10.11.2024
“Per noi è facile vincere le regate, però non riusciremo mai a superarvi nella carta e nella stampa”, disse il filosofo Massimo Cacciari. L‘affascinante storia della carta in un raro volume di Teresa Amatruda che ripercorre oltre mezzo millennio. Nella Cartiera anche un museo da non perdere.
L‘affascinante storia della carta ha una tappa obbligata e di primaria importanza ad Amalfi, una delle perle della Divina costiera, Patrimonio Unesco dell’Umanità. Di sicuro i traffici nel Mediterraneo con i Paesi arabi arricchirono le nostre coste non solo economicamente, ma anche come conoscenze. Amalfi una delle quattro repubbliche marinare, ma la più antica del mondo e la più fiorente tra il IX e l’XI secolo d.C. E come dimenticare alcuni principi della Scuola Medica Salernitana? Ecco che le prime orme documentarie che attestano la presenza di fabbricanti e commercio di carta risalgono al XIII secolo, nella Valle dei Mulini, ma a giudicare dal divieto di Federico II, nel 1231, di scrivere documenti su carta a favore della pergamena, si potrebbe andare di qualche decennio indietro e risalire al XII secolo.
Il bel volume di Teresa Amatruda, dal titolo “Amalfi e le sue cartiere”, carta avorio, fogli tagliati a mano e velina protettiva, ormai di difficile reperimento se non sul mercato antiquario, ripercorre una storia di oltre mezzo millennio, quello risalente alla fine del ‘400, che, per fortuna, continua ancora. È la storia di imprenditori, commercianti della carta, spesso veri ricercatori di innovazione e di espansione oltre confine. L’albero genealogico ricostruito e edito con documenti, foto, contratti e aneddoti, inizia con Angelillo Amatruda, deceduto nel 1522, e continua attraverso mille rivoli, avventure e disavventure, poche. Il volume reca il prestigioso marchio dell’editore De Luca, e Carlo, ultranovantenne, nell’introduzione racconta da par suo delle frequentazioni con personaggi come Achille Lauro, Giovanni Mardersteig (1892-1977), lo stampatore delle opere di D’Annunzio, del regista Franco Zeffirelli che parlava del libro “Posa Posa (Positano)” dicendo “Questa è un’opera che onora l’editoria italiana”.
«Per noi è facile vincere le regate, siamo allenati, però non riusciremo mai a superarvi nella carta e nella stampa», ebbe a dire il filosofo Massimo Cacciari, veneziano, in occasione di una regata svoltasi ad Amalfi. Tutte opere realizzate in carta Amatruda testimonianza di una lunga e ancora viva collaborazione. Amalfi, Amatruda e fogli di carta avorio come pelle setata, un sentiero che avvolge il mondo, ma delle 11 cartiere registrate nel catasto onciario nel Settecento restano, purtroppo, solo orme. La filigrana è un altro capitolo affascinante della storia della carta e dei suoi fabbricanti: è l’impronta digitale delle cartiere. Quei piccoli gioielli in fili di ferro dove si ferma la pasta bagnata che diventerà carta e che in trasparenza ci dirà, ancor oggi dopo secoli, della provenienza e delle origini della sua fabbricazione.
Un cerchio coronato e caricato da tre gigli angioini con il cartiglio recante la dicitura Amatrulo (Amatruda), sarà il primo marchio di fabbrica della prestigiosa cartiera amalfitana. Allora come oggi attiva e presente scavallando il Duomo ed entrando nel labirinto della Valle dei Mulini. Nella Cartiera è presente anche un museo; una visita da non perdere.