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Antonio Avella e la base di pronto intervento umanitario del World Food Programme

08.11.2024

Il World Food Programme ha creato cinque hub globali per interventi umanitari rapidi, situati a Panama, Accra, Dubai, Kuala Lumpur e Brindisi, per fornire supporto e forniture a popolazioni in crisi. La gestione dell’hub italiano è di responsabilità di Antonio Avella.

Le “Basi di Pronto Intervento Umanitario” (UNHRD), del World Food Programme, Agenzia delle Nazioni Unite, sono hub situati in posizioni strategiche nel mondo, che offrono con rapidità ed efficacia forniture essenziali e supporto tecnico alla comunità umanitaria in casi di crisi ed emergenze. La base di Brindisi, unica in Europa, è stata la prima del network e la sua gestione è affidata ad Antonio Avella, che da oltre vent’anni lavora per il WFP.

Da quanto è attiva la Base di Brindisi e perché è stata scelta questa città?

«È operativa dal 2000: la prima spedizione di beni umanitari è del 23 giugno, per l’Eritrea. Prima di Brindisi, dagli anni ’60 in poi, era stato creato a Pisa lo United Nation Supply Depot e nell’84, sempre lì e grazie a un’idea lungimirante del Governo italiano, è stato creato anche un deposito umanitario, un predecessore di Brindisi. Il primo spostamento è avvenuto nel ’94, quando a Brindisi è stata riposizionata la porzione del Mantenimento della pace: in seguito a una valutazione internazionale, Brindisi è stata scelta per la sua posizione nel Mediterraneo e per le infrastrutture di trasporto. La porzione umanitaria è arrivata nel 2000, appunto. Il concetto base era avere dei magazzini riforniti con tutto ciò che è utile nei primi giorni di un’emergenza umanitaria e Brindisi è stata la prima base del network UNHRD. Nel 2004 e 2005 ci sono state due grandi crisi umanitarie provocate da uno tsunami nel sud-est del Pacifico e un terremoto in Pakistan, e sebbene la Base abbia risposto bene alla situazione, al WFP ci si è resi conto della necessità di ricreare il “modello Brindisi” in altre aree del pianeta. Oggi le altre basi sono a Dubai, Accra, Panama e Kuala Lumpur».

Come funziona il lavoro della Base?

«A Brindisi si immagazzinano beni non alimentari. Per il WFP si immagazzinano strutture prefabbricate, usate per creare dei campi base nei territori in cui ci sono le emergenze. Per la comunità umanitaria, come l’OMS, le Organizzazioni governative, come la Cooperazione italiana, e le ONG, immagazziniamo beni di prima necessità non alimentari. L’Italia ospita gratuitamente la Base e ci finanzia. Noi facciamo principalmente un servizio di immagazzinamento per le altre Organizzazioni. Acquistiamo e immagazziniamo, per conto delle Organizzazioni, e, su loro richiesta, gestiamo il trasporto sul campo. Siamo dei service provider. Negli anni ci sono state delle evoluzioni. Una parte del lavoro di Brindisi è dedicata alla preparazione di operatori e operatrici umanitarie: qui, dal 2007, si fanno le simulazioni delle situazioni di emergenza. Questa è un’unicità nel network, grazie alle strutture e servizi della base e alla partecipazione delle autorità locali, civili e militari. Un’ulteriore evoluzione è stata la nascita di UNHRD Lab, un’unità di “Ricerca e Sviluppo”, in cui si ideano e sviluppano nuovi prodotti e beni per la risposta alle emergenze, cercando di ridurre l’impatto ambientale».

Quante persone lavorano per la Base?

«Ci sono 39 unità: 22 sono attive su operazioni dirette della Base e 17 lavorano come “Support office”, supportano le altre quattro basi, e come UNHRD Lab».

Qual è la sua carriera con le Nazioni Unite e il suo ruolo come Hub Manager?

«Immediatamente prima di arrivare a Brindisi, sono stato per cinque anni a capo del team di supporto all’operazioni d’emergenza del WFP, seguendo diverse tipologie di operazioni sul campo, da crisi post-conflitto a quelle complesse e protratte nel tempo. Sono Hub Manager della Base di Brindisi da agosto 2023. Dirigo la struttura e le sue attività nelle principali aree operative illustrate prima. Come nel mio caso, ogni hub ha un suo manager, c’è poi un Coordinatore di UNHRD e un Vicecoordinatore, che coincide sempre con il manager dell’hub di Brindisi».

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