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Istruzione

Asili nido, piano per raggiungere gli obiettivi del 2010

21.05.2024

Nonostante il calo demografico, l’Italia resta un Paese carente di asili nido. Lo scopo del nuovo piano è raggiungere il target che l’Unione Europea aveva fissato per il 2010, ovvero rafforzare le strutture esistenti e creare nuovi posti disponibili per arrivare a una copertura media del 33% per tutti i bambini residenti nella Penisola.

Alla fine di aprile è stato firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il decreto per il nuovo Piano per gli asili nido (decreto n.79 del 30 aprile 2024), che stabilisce un finanziamento di 734,9 milioni di euro. Il decreto accerta la disponibilità delle economie complessive, che, in parte, derivano da rinunce, definanziamenti e non assegnazioni. Inoltre, definisce gli interventi e i criteri di riparto delle risorse economiche tra i Comuni. Pensate come un concreto sostegno per le famiglie, le misure previste dal Piano sono state elaborate in linea con gli obiettivi della Missione 4 (Istruzione e ricerca) – Componente 1 (Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione) del PNRR e si inseriscono nella più ampia linea di investimenti finalizzata a rafforzare l’offerta educativa (fascia 0-6 anni) su tutto il territorio nazionale, lavorando su due macroaree, quella delle infrastrutture e quella delle competenze.

In Italia c’è una carenza di posti negli asili nido. È una situazione presente lungo tutto il territorio, ma le statistiche dimostrano che si fa più problematica nelle regioni del Sud. Esiste un forte divario tra il numero dei posti disponibili e il numero delle richieste che tutti gli anni pervengono alle strutture e, sebbene il calo demografico registrato negli ultimi anni abbia consentito il recupero di alcuni posti, restano ancora molte richieste insoddisfatte. Secondo i dati ISTAT relativi all’anno educativo 2021/2022, la percentuale degli asili nido con bambini in lista d’attesa è pari al 49,1% (ripartita in 40,7% nel privato e 63% nel pubblico), mentre la quota media dei posti disponibili rispetto ai bambini sotto i 3 anni è del 28%, così differenziata: «il Centro-Italia e il Nord-est in media hanno una copertura dei posti ben superiore al 33% dei bambini residenti (36,7% e 36,2%, rispettivamente), il Nord-ovest è prossimo all’obiettivo (31,5%), ma il Sud e le Isole, seppur in miglioramento, sono ancora lontani (16,0% e 16,6% rispettivamente)». Con il nuovo Piano si vogliono rafforzare le strutture esistenti e creare nuovi posti disponibili al fine di raggiungere una copertura in tutta la penisola del 33%, ossia il target fissato dall’Unione Europea e che doveva, in realtà, essere raggiunto entro il 2010. Nel 2022 la soglia europea è stata alzata al 45% entro il 2030.

I beneficiari dei finanziamenti del Piano sono indicati in due elenchi differenti. Nel primo gruppo rientrano i 14 comuni delle Città Metropolitane, che riceveranno tutte una quota per l’attivazione dei posti a prescindere dal livello di copertura del servizio: gli importi a disposizione e il numero dei posti da realizzare varia da città in città. La distribuzione prevista assegna la realizzazione di 360 posti rispettivamente a Roma e Milano, 300 posti a Napoli, Torino, Palermo e Genova, 240 posti a Bologna, Firenze, Catania, Bari, Venezia, Messina e infine 180 posti a Reggio di Calabria e Cagliari. Nel secondo elenco, poi, rientrano tutti i comuni che sono stati individuati sulla base di criteri che tengono conto dei dati ISTAT relativi alla copertura attuale del servizio nella fascia 0-2 anni, alla popolazione residente e al numero dei bambini nella fascia 0-2. Il termine fissato per partecipare alla procedura di adesione è il 31 ottobre 2024.

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