30.09.2024
Martin cresce meritevolmente nel Gran Premio d’Indonesia, Marc Marquez si ferma con il motore in fiamme, Di Giannantonio cade e lo stesso avviene nel finale di gara a un Bastianini in quel momento terzo. Da quinto, poi, Bagnaia si ritrova quasi magicamente terzo, a -21 dallo spagnolo.
Un weekend sulle montagne russe si è consumato a Mandalika per i grandi candidati ad aggiudicarsi il titolo di campione 2024 della MotoGP. E se nella giornata di sabato Pecco Bagnaia si era dimostrato in grado di riaprire completamente i conti per confermare l’iride, il Gran Premio d’Indonesia della domenica regala una nuova spallata a Jorge Martin: vincitore, dominatore e autore di una prova di grande maturità dopo la cocente delusione del giorno prima. Non si può che partire, infatti, da ciò che era successo sabato, con la vittoria della Sprint Race per Bagnaia agevolata anche dalla caduta di Martin. Un inconveniente che lui stesso aveva definito «inspiegabile» alla tv italiana, mentre a quella spagnola si era mostrato decisamente più piccato. «Se avesse concluso quella curva, mi avrebbe dato 4 secondi di vantaggio», aveva sentenziato Pecco. «Sì, certo, come no. Anche 18. Ma è facile dire questo quando ormai sono già caduto», era stata la risposta del suo rivale. E già queste parole dimostravano un livello di tensione mai visto prima, ma anche la determinazione dello spagnolo.
E infatti alla domenica per la vittoria semplicemente non c’è partita. Martin parte primo, e primo arriva. Dopo quattro giri il suo distacco dal più diretto inseguitore supera il secondo e mezzo, e nonostante la qualità e la buona volontà di Pedro Acosta (che poi effettivamente taglierà il traguardo alle sue spalle) la sensazione è che l’elastico dei distacchi tra i due sia il semplice frutto della lucidità di un «Martinator», che oltre al manico questa volta mette nella sua guida anche il fosforo. Il tutto mentre Bagnaia, alle sue spalle, ancora una volta ricava il massimo possibile da una giornata iniziata decisamente male. Pecco è in difficoltà già dalla partenza, con la sua Ducati che gli saltella diverse volte impedendogli uno scatto a fionda come quello, per esempio, del suo compagno di team Enea Bastianini. Dopo un giro, peraltro, Bagnaia si ritrova alle spalle anche di Morbidelli e Bezzecchi. Quindi resta a lungo coinvolto in un triello con Marc Marquez e Di Giannantonio: spettacolare, sì, ma che vale appena il sesto posto. E intanto Martin vola. Ma gli episodi ancora una volta sorridono al campione in carica: Marc Marquez si ferma con il motore in fiamme, Di Giannantonio cade e lo stesso avviene nel finale di gara a un Bastianini in quel momento terzo e autore del giro veloce una manciata di secondi prima. Da quinto, poi, Bagnaia si ritrova quasi magicamente terzo: per la sua determinazione e per un ritmo ritrovato, ma anche per il vantaggio di gomma su Morbidelli e Bezzecchi che lo precedevano (anteriore hard per Pecco, media per gli altri).
Alla fine arriva un terzo posto e un podio, in una giornata che sicuramente poteva finire peggio. Ma che era iniziata con un -12 in classifica e va agli archivi con un -21 su Jorge Martin. E se quest’ultimo appare finalmente in grado di imparare dai propri errori, a Bagnaia serviranno prove di forza ben più convincenti di quelle proposte in una Mandalika trasformatasi da dolce ad amara in appena 24 ore.