02.06.2024
Le Frecce Tricolori assumono il ruolo di “ambasciatori” della tecnologia italiana e del valore identitario di chi ha combattuto per l’Unità nazionale. Un volo acrobatico che traduce l’ardimento e le capacità tecnologiche in proiezioni future e il senso dello Stato in patrimonio comune. È Festa della Repubblica.
Dura un attimo, ma è un fremito interminabile. Nel sorvolare il Sacello del Milite Ignoto, adorno della corona di fiori del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ancora una volta le Frecce Tricolori disegnano traiettorie sognanti sopra i tetti di Roma. Basta che gli MB-399 della Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Militare – PAN lascino una scia bianco-rosso-verde nel cielo della capitale, perché la celebrazione del 78esimo anniversario della Festa della Repubblica, diventi occasione di memoria e riflessione (non vuoto artificio retorico) veicolando emozioni d’orgoglio e senso d’appartenenza. Con la percezione netta del percorso faticoso ma incancellabile di quanti, amalgamandosi attorno al tricolore, catalizzatore di un disegno politico forse in anticipo della stessa forma statuale, abbiano concorso (dal referendum del 1946 a suffragio universale), alla costruzione della Nazione, che finisce per essere definita dalla bandiera e non viceversa.
È come se la scia delle Frecce Tricolori dalla Capitale si irradiasse a tutto il Paese in un afflato unitario, in cui il volo acrobatico si traduce in ardimento, le capacità tecnologiche in proiezioni future e il senso dello Stato in patrimonio comune. E mentre la fanfara del 4°Rgt a cavallo dell’Arma dei Carabinieri inonda di suoni ritmati la via dei Fori Imperiali, a seguito della tradizionale parata dei corpi armati e non armati (adeguato baluardo di difesa, protezione contro calamità naturali, insidie criminali, e portatori di pace nelle aree di crisi), con il naso all’insù si seguono le traiettorie di aerei saettanti. Lontani i tempi del primo Stormo caccia a Campoformido, fino al 1960 quando lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare decise di costituire una Pattuglia Acrobatica Nazionale – PAN, con sede stabile presso l’aeroporto di Rivolto di Codroipo del Friuli (UD). Nacque così il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico “Frecce Tricolori”, che con la formazione di nove velivoli più il solista, costituisce la più numerosa compagine acrobatica del mondo, riconosciuta come una delle più prestigiose. Undici piloti, dieci aerei: nove in formazione ed un solista. I soli a farlo. Sfrecciando a 650 chilometri orari, soltanto a tre metri di distanza l’uno dall’altro. Nell’eseguire, quasi fosse uno spartito, un programma anch’esso unico al mondo. Eccoli, a bordo dell’Alenia Aermacchi MB-339A/PAN, aviogetto biposto spinto da un turbogetto Rolls Royce/FIAT/Piaggio/R.R. “Viper” 632-43, al decollo con due formazioni che si uniscono a rombo, virano, si ricongiungono, poi “schneider” a triangolo. E ancora looping, apertura del Cardioide e separazione del solista, proprio quando 5 aerei da un lato, 4 dall’altro s’incrociano. A disegnare arabeschi nella loro arditezza, grazie a impennate, Tonneaux sinistro a diamante, Ventaglio, Cuore, con la celebre apertura a Bomba (molto imitata, mai replicata), seguita da un incrocio vorticoso di nove aerei più uno, provenienti da altrettante direzioni. Esibizione dopo esibizione, le Frecce Tricolori hanno costruito il loro mito, nutrito da senso di responsabilità e di rappresentanza, ben sapendo che l’esemplarità equivale ad etica e morale, ed è espressione del patrimonio culturale e di conoscenze di un intero Paese. Voláno del Made in Italy, serbatoio unico di valori da difendere e trasmettere, a cominciare dal prossimo tour nel Nord America North America Tour (NAT), tra Canada e Stati Uniti, come ambasciatori dell’eccellenza italiana, nell’ideale incontro (luglio: Aeronautica-Marina Militare) con la Nave-scuola Vespucci a Los Angeles. È bello tifare Italia. PAN: un guizzo e siamo in cielo. La pattuglia, a volare. Noi, a sognare.