23.10.2023
Giorgia Meloni e l’Italia che conta
Risorge in Egitto il carattere dell’Italia in politica estera, dopo il lungo periodo di adattamento alle decisioni franco-tedesche. Rimarcare il diritto di Israele a esistere, ma senza dimenticare la risoluzione Onu di “Due popoli e due Stati”, all’insegna di un profondo senso di responsabilità per evitare il temuto scontro di civiltà, voluto da Hamas.
Stiamo assistendo a un deciso cambio di marcia nella politica estera italiana, forse per molte fasi storiche recenti rimasta troppo subordinata all’asse franco-tedesco. Brexit prima e guerra in Ucraina poi hanno determinato profondi cambiamenti e il governo Meloni non si è fermato a dibattere di immigrazione, tema di incessante attualità, ma ha fatto ridiventare l’Italia un interlocutore affidabile e presente sullo scacchiere internazionale, dove si giocano i destini di popoli e generazioni.
Ben comprendendo che il Mediterraneo non è solo il mare su cui si affacciano i Paesi frontalieri, ma può diventare il bacino degli interessi comuni. Dalla missione in Africa al vertice per la pace in Medio Oriente al Cairo, fino alla tappa di Tel Aviv per incontrare Benyamin Netanyahu, sono trascorsi pochi giorni, eppure Giorgia Meloni ha dato l’impressione, scansando altre vicende personali, che nulla hanno a che fare con la politica e il suo ruolo di guida del governo, di avere le idee chiare e rappresentarle altrettanto chiaramente nel segno dell’Italia.
Bisognava rimarcare, e lo ha fatto, il diritto di Israele a esistere e garantire la sicurezza del suo popolo, la lotta a ogni forma di antisemitismo da combattere oggi come ieri, il netto distinguo tra l’azione terroristica di Hamas, fonte di pericolo per tutti, e il futuro del popolo palestinese, che dipenderà dalla capacità di lavorare, insieme, sul solco del progetto di “Due popoli e due Stati”. La sessione in cui la nostra premier è intervenuta al summit egiziano ha rappresentato un contributo di forte impatto sullo scenario politico. I partecipanti avevano bisogno di una posizione autorevole, che maturasse da un ragionamento semplice e chiaro che trovasse tutti d’accordo.
Ovvero, che l’intenzione di Hamas fosse di mettere tutti contro tutti e creare un solco profondo tra mondo arabo e occidentale, con Israele vittima sacrificale.
L’invito a con cadere nella trappola è risuonato secco ed è diventato un richiamo al senso di responsabilità per evitare il temuto scontro di civiltà. Da politica assennata, Giorgia Meloni ha disegnato i due corridoi da percorrere: quello della liberazione degli ostaggi israeliani, conditio sine qua non per restituire la dignità alle persone rapite e a Israele fornire la prima risposta alla violenza subita, e quello da percorrere per portare, sotto rigido controllo, aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ricostruendo l’indispensabile cordone ombelicale per riavviare il dialogo di pace verso la soluzione definitiva della crisi perdurante in Medio Oriente.