05.07.2023
È uno degli eventi che maggiormente hanno impattato sulla società moderna in tutto il Globo, ha una storia risalente all’antica Grecia, ed è ancora oggi motivo di studio da parte della Columbia University.
Il nuovo prodotto lanciato sul mercato trovò ad “accoglierlo”, uno degli eventi che maggiormente impattò sulla società, e che ancora oggi è motivo di studio da parte della Columbia University. Il nome Bikini, infatti, è stato “copiato” da un atollo del Pacifico appartenente alle Isole Marshall dove dal 1946 al 1958 gli Stati Uniti condussero ben 67 test nucleari.
In realtà, grazie ai mosaici di Villa Romana del Casale risalenti al III sec. A.d, sappiamo che il bikini, cioè il costume due pezzi che ben conosciamo, ha una storia molto antica risalente all’antica Grecia; in quegli anni, infatti, il due pezzi veniva usato non per nuotare, cosa se si faceva senza indumenti, bensì per praticare attività sportive come ad esempio la lotta.
Possiamo, quindi, dire che il bikini ha attraversato il tempo modificando la sua funzione e la sua linea ma rispettando sempre i canoni minimal tipici di questo ever green estivo.
Ma se è vero che nel 1946 viene immesso definitivamente nel mercato vero è anche che nel 1932 il fashion designer Jacques Heim tentò la vendita proponendo un modello succinto che, però, copriva ancora l’ombelico. Il momento storico culturale evidentemente non era ancora pronto ad accogliere una nuova versione dell’abbigliamento mare pensato per le donne e il bikini scomparve fino al fino al 1946 quando il designer francese Louis Réard, ispiratosi alla «moda mar» di St. Tropez, dove le donne arrotolavano il costume al massimo per abbronzarsi il più possibile, decise di riprendere e rivedere la proposta mare del 1932. La versione audace nata da quella rivisitazione venne accolta con entusiasmo da parte di una fetta di popolazione che sentiva di non poter tollerare più la visione ristretta voluta da una società fortemente maschilista.
I primi anni di presenza nel mercato non furono facile anche se, a differenza del passato, si era disposti a superare i tabù dettati dalla società. Scontratosi con “senso del pudore” che accomunava il sentire comune, il bikini, vide i primi anni di promozione fatti di forti scontri, perché se da un lato piaceva molto ma dall’altro le polemiche e gli scandali collegati non erano pochi.
A sancire il successo dopo la presentazione ufficiale a Parigi, dove la modella Michelle Bernardini sfilo con un modello a fantasia che richiamava i quotidiani, arrivarono le rivoluzioni femminili.
La battaglia per la conquista dei diritti portò il bikini a diventare il simbolo dell’emancipazione femminile e, in un mondo a forte cultura maschilista, le femministe attiviste e non solo in quel costume videro la loro idea di autonomia, sviluppo e libertà.