12.01.2024
Il futuro delle batterie efficienti, sicure e riciclabili sta nel sale
Come possiamo ottimizzare la mobilità elettrica per i nostri figli? Le soluzioni ci sono, se non fosse per il 60% della domanda mondiale ancora legata al Litio, difficile da trattare per ragioni geopolitiche e maggiore sostenibilità.
È ormai chiaro che la rivoluzione elettrica delle automobili sia inesorabile, anche perché arrivare al traguardo ci vorrà un po’ di fatica. Per questo la tecnologia sta lavorando per risolvere i problemi che riguardano le batterie, in modo che a inquinamento non si sostituisca inquinamento, e che appunto la rivoluzione sia davvero sostenibile. Dopo che la Commissione europea ha deciso di approvare il sostegno economico per la costruzione di un impianto di produzione di batterie avanzate ad alta efficienza della società Northvolt, ci si chiede, insomma, quale sia lo stato di avanzamento in senso innovativo dell’industria di questo componente. E la risposta è nella ricerca che ha portato a nuove fonti da cui estrarre gli elementi per garantire la propulsione del futuro.
Insomma: vista la grande quantità necessaria di materiali provenienti dalle Terre Rare e la necessità di alimentare il riciclo, si è andati a caccia di alternative. E a fronte dell’utilizzo tradizionale di caricatori basati su componenti come nickel, manganese e cobalto, il 2023 è stato l’anno in cui hanno preso sempre più piede le batterie LFP, ovvero nickel-free e cobalt-free a base di ferro e fosforo. Tanto che è previsto che nel 2024 questo tipo di dispositivo equipaggi il 95 per cento dei veicoli prodotti in Cina, come il 30 per cento della Tesla che verranno immesse sul mercato, ma non solo ovviamente. È un primo passo, che però d’altro canto, non risolve la necessità di utilizzare il litio, finora insostituibile, per produrre l’energia elettrica attraverso un processo chimico che si basa sul movimento costante del litio ionizzato tra gli elettrodi per creare le fasi di carica e scarica: dal 2016 la richiesta di questo elemento chimico è triplicata, con l’International Energy Agency che segnala, nel suo ultimo report 2023, come il 60% della domanda mondiale arriva dal settore dei veicoli elettrici. E il particolare ha anche un risvolto politico: il litio, infatti, si estrae non solo in Cina e Australia (principali produttori), ma anche nel Donbass, la regione contesa da Ucraina e Russia a suon di missili.
Eppure, anche in questo caso, gli scienziati sono arrivati a un nuovo traguardo: guardando la tavola periodica degli elementi chimici, si scopre che il sodio ha le stesse caratteristiche del litio. E trattandosi di un metallo di cui i mari (e le nostre cucine) sono pieni, si tratta anche di una soluzione più economica che ha già raggiunto i 100 GWh di produzione, anche in questo caso soprattutto in Cina e per la auto più piccole. Infatti, il sodio ha una minore intensità energetica e quindi consente alla batteria un’autonomia non eccessiva. In ogni caso, la BYD ha annunciato l’arrivo di una city car con cui si potrà percorrere 300 chilometri e che costerà solo 11mila dollari. Questo, dunque, vuol dire che stiamo entrando nell’era del post-litio, in cui anche il sale da cucina – oltre ad altri materiali in arrivo – servirà a far viaggiare le nostre auto. E se non è una rivoluzione questa…