09.09.2024
A New York, mentre riceve la seconda coppa degli Us Open, vincendo 3 set a 0 davanti a una platea colma di uomini e donne straordinari venuti a sostenere il suo avversario, il numero 1 al mondo Sinner si dichiara ordinario, confermando la sua indiscutibile grandezza. Con la testa e il cuore era riuscito a compiere un’impresa sovrumana.
La forza di un atleta si vede nelle difficoltà. E Jannik Sinner ha confermato di essere uno straordinario, immenso campione. Non tanto per la qualità espressa nelle due settimane che gli hanno consegnato lo Us Open, ma per l’impressionante stabilità mentale mostrata negli ultimi mesi, da quando ha saputo che nel suo organismo è accidentalmente transitato un po’ di Clostebol, sostanza proibita. Sul piano processuale è stato pienamente assolto, ma sono stati mesi durissimi. «Ci penso ancora, la cosa non è del tutto uscita dalla mia mente” ha detto dopo il successo, primo italiano di sempre a vincere l’Open degli Stati Uniti.
In questa frase c’è l’immensità di un’impresa che, sul piano tecnico, non è stata la più difficile della sua carriera. Ha battuto solo un top-10 lungo il percorso (Daniil Medvedev), anche se il finalista Taylor Fritz è salito in settima posizione nella classifica uscita oggi. Però ha dovuto resistere a infinite pressioni, sia interne che esterne. Per questo ha più volte ringraziato il suo team, con il quale ha fatto quadrato per proteggersi e continuare a pensare al tennis giocato. “Stiamo cercando di evolvere il mio tennis, il lavoro non è finito – dice Sinner – so di non essere perfetto e so che non lo sarò mai, ma voglio arrivare a fine carriera sapendo di aver fatto il massimo per raggiungere il 100% del mio potenziale”.
I suoi miglioramenti sono impressionanti. Alla maestosità dei colpi da fondocampo, quelli che saltano subito all’occhio, si aggiunge un servizio via via più robusto e una condizione fisica sempre migliore. “Qualche anno fa avevo la sensazione di potergli fare il punto anche quando metteva la prima palla, e di fargli male con le accelerazioni – ha esalato Fritz, sconfitto 6-3 6-4 7-5 in una finale mai in discussione – adesso è molto più veloce e serve decisamente meglio”. Una sorta di resa al Re del tennis mondiale, capace di mettere oltre 4.000 punti di distanza nei confronti del primo inseguitore, il tedesco Alexander Zverev, capace di superare colui che sarà il suo più grande rivale negli anni a venire: Carlos Alcaraz (peraltro molto elegante nell’inviare subito un tweet di complimenti). Se continua così, il 2024 di Sinner rischia di diventare una delle migliori stagioni dell’Era Open: per adesso il bottino racconta di sei titoli, equamente spartiti tra Slam (Australian Open e Us Open), Masters 1000 (Miami e Cincinnati) e ATP 500 (Rotterdam e Halle). Una continuità impressionante, vera ragione del distacco verso il resto del gruppo. Nella singola partita c’è qualcuno in grado di batterlo (pochissimi: quest’anno ha incassato 5 sconfitte su 60 partite), ma nessuno ha la sua costanza di rendimento, nemmeno quell’Alcaraz che ha un bisogno fisiologico di staccare, come quando si è dato alla pazza gioia dopo il successo al Roland Garros, mentre Jannik – a suo tempo – fece sapere di non aver mai messo piede in una discoteca. Dopo gli Alberto Tomba, i Marco Pantani e i Valentino Rossi, l’Italia ha trovato un nuovo gigante dello sport in cui identificarsi. Se il dibattito sul più forte tennista italiano di sempre è già in archivio (e non da oggi), adesso Sinner potrebbe entrare in una nuova dimensione. Se va avanti così, può davvero diventare il più forte sportivo italiano di sempre. E non c’è ragione per credere che non continui a migliorare. “Non ho avuto tempo libero a sufficienza per dirmi che ho fatto un ottimo lavoro” ha detto, con il trofeo tra le mani. Il bello è che non progetta vacanze o similari. Lui vuole solo continuare a lavorare.
Credito fotografico: USOPEN