18.09.2024
“Si chiamava Museo d’Istruzione e d’Educazione e nasce come luogo di aggiornamento degli insegnanti. A idearlo era stato il Ministro dell’Istruzione di allora, Ruggiero Bonghi”. Un racconto del passato e del presente. A Roma Tre, un museo universitario tra i più importanti in Italia.
Materiali prodotti dai bambini, vecchi quaderni, abbecedari, libri, strumenti didattici che oggi non sono più usati: è il patrimonio custodito al MuSEd, il Museo della Scuola e dell’Educazione dell’Università degli Studi Roma Tre, intitolato al pedagogista Mauro Laeng. È la più antica istituzione museale dedicata alla storia della scuola e della pedagogia, si trova negli spazi dell’antico edificio del Magistero e fa parte del Dipartimento di Scienze della Formazione. Il MuSEd non è sempre stato un museo universitario, è nato negli anni ’70 dell’800 e, da allora, ha vissuto varie fasi di cambiamento e rinnovamento. «Si chiamava Museo d’Istruzione e d’Educazione e nasce come luogo di aggiornamento degli insegnanti. A idearlo era stato il Ministro dell’Istruzione di allora, Ruggiero Bonghi, che si era ispirato alle esperienze internazionali. Il Museo voleva essere un luogo di incontro, scambio e studio, ma è una realtà che dura solo una decina d’anni. A cavallo tra l’800 e il ‘900 cambia l’assetto istituzionale. Diventa un Museo universitario, negli spazi della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Sapienza: viene ripensato come un laboratorio per gli studenti del corso di Pedagogia, un luogo di studio e preparazione per i futuri insegnanti» spiega a ultimabozza il Direttore del museo, il prof. Lorenzo Cantatore. «Negli anni ’30 il Museo viene trasferito nei locali del Magistero, in Piazza della Repubblica, dove è tutt’ora. Grazie a Lombardo Radice, importante pedagogista, diventa un luogo di riferimento anche per tutte le scuole d’Italia: si arricchisce di materiali prodotti direttamente da bambini e insegnanti nelle scuole italiane, che venivano mandati al Museo. Negli anni ’80, il prof. Mauro Laeng lo rilancia in una prospettiva nuova, mantenuta fino a oggi: è una sede di conservazione storica di materiali educativi e pedagogici. Laeng si rende conto che raccogliere le testimonianze della storia educativa del nostro Paese era importante, serve a ricordare da dove veniamo».
Come spiega la dott.ssa Stefania Petrera, Responsabile dei Servizi educativi, «il museo ha una duplice missione: la prima è potenziare l’offerta accademica e didattica, la seconda è mantenere un contatto con gli enti del Terzo Settore. Ci sono percorsi di vario tipo, formativi e divulgativi, che possano attirare un pubblico vasto e vario, non solo di addetti ai lavori. Molte delle nostre attività sono dedicate agli iscritti di Scienza della Formazione e sono, infatti, attività laboratoriali integrative rispetto alle conoscenze universitarie. Abbiamo anche uno sguardo verso gli insegnanti già in servizio, perché loro portano una storia professionale già consolidata e interagiscono con chi prenderà in futuro il loro posto. Il MuSEd, inoltre, soprattutto grazie al Direttore Cantatore, che è un docente specializzato in Letteratura per l’Infanzia, è sede del prestigioso Premio Malerba per l’Albo Illustrato, e, quest’anno ci sarà la prima edizione del concorso “Gli Albonauti”. Tutte le nostre iniziative confluiscono nella “Mappa della città educante”, il catalogo delle attività proposte da enti culturali e formativi romani a disposizione delle scuole. Siamo attenti ai temi dell’accessibilità e dell’inclusione. Ad esempio, da qualche anno abbiamo realizzato un video di presentazione del museo in LIS, collaborando con l’Istituto Statale per sordi di Roma. Crediamo sia un segno di attenzione ai tempi e alle persone. Il museo non è un ambiente statico, è un luogo un po’ di tutti, come la scuola: qui i più piccoli scoprono, i più grandi ricordano».