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Cronaca, Sport

L’Atalanta vince l’invincibile e porta in Italia l’Europa League

23.05.2024

Memorabile storica vittoria dell’Atalanta a Dublino sull’imbattibile Bayer Leverkusen. Compatta e sicura la dea dei bergamaschi sciocca la squadra tedesca con una tripletta spettacolare perfezionata dall’incontenibile Ademola Lookman e regala agli italiani un trofeo tanto sognato.

Il cielo è nerazzurro atalantino sopra Dublino. L’Atalanta di Gasperini completa il capolavoro di una stagione che ha cambiato la storia della società e del calcio italiano, annichilendo il Bayer Leverkusen e interrompendone l’imbattibilità stagionale. Lo ha fatto con una prestazione di straordinario valore, di cui Ademola Lookman è stato l’interprete assoluto con una tripletta di straordinaria fattura e giocate sopraffine, circondato da compagni che con umiltà e sacrificio hanno rasentato la perfezione. Festeggia Bergamo, festeggia l’Italia del pallone, festeggia Gasperini, 66 anni, il più anziano allenatore a vincere l’Europa League, festeggia la famiglia Percassi. E con loro gli ottomila bergamaschi presenti a Dublino e testimoni di una partita memorabile. Insieme ai cuori atalantini che hanno seguito l’impresa da ogni parte del mondo. L’Atalanta è la prima italiana a vincere l’Europa League, trofeo che, con la denominazione di Coppa Uefa, mancava nel nostro Paese da 25 anni, quando a conquistarlo fu il Parma.

Questa vittoria è figlia della filosofia di Gasperini, frutto di una tattica perfettamente indovinata, di una interpretazione di gioco attenta e precisa, della concentrazione caratteristica della migliore condizione psicofisica, di una intensità continua e ragionata. Serviva la partita perfetta e partita perfetta è stata.
Non era mai capitato che la coppa venisse sollevata da tre capitani: Djimsiti, in campo con la fascia, insieme Toloi e de Roon, rimasto fuori per infortunio e diventato secondo allenatore aggiunto nell’occasione. Coppa passata nelle mani Gasperini, del presidente Antonio Percassi e del co-chaiiman Jopesh Pagliuca e di tutto il gruppo squadra sulle note di “We are the Champions”. La gioia è di tutti, collettiva, irrefrenabile. Traguardo di un percorso che la famiglia Percassi ha iniziato 14 anni fa, gli ultimi otto condividendo con Gian Piero Gasperini un progetto ambizioso nella sua straordinaria umiltà ispirata allo spirito tutto bergamasco di conseguire con il sacrificio i risultati. Gli obiettivi si costruiscono con il metodo e l’abnegazione. L’esempio dell’Atalanta fa bene al calcio giocato e a chi vive la passione per il calcio. Offre una credibilità e una prospettiva nuova allo sport più amato, dimostrando come sia possibile valorizzare le capacità e il talento fino a raccogliere i meriti. L’Atalanta non è una corazzata ma una squadra che interpreta il calcio con uno spirito e una visione innovativi, orchestrata da chi le regole tattiche le ha sovvertite da tempo, riuscendo a fare breccia e scuola anche nei plurititolati club europei. Grazie a Gian Piero Gasperini, il presidente atalantino Antonio Percassi ha permesso all’Atalanta di ambire a una prospettiva internazionale.

È stato lui stesso a parlare di un sogno che si è realizzato, di una pagina memorale. Lui che è stato calciatore, e il figlio Luca altrettanto, prima che imprenditore di successo. A renderlo concreto il sogno atalantino hanno concorso tutti gli attori della filiera societaria fino ai tifosi, categoria della quale una squadra che rappresenta una città come Bergamo non può fare a meno. Agli ottomila presenti allo stadio di Dublino è stata mostrata la coppa. Un segno di riconoscenza e una lezione per comprendere una volta di più che i traguardi si raggiungono insieme. Soprattutto quando si è una realtà di provincia, che ha sempre dimostrato di emergere con la laboriosità e l’impegno a non mollare mai. La forza dell’Atalanta è anche nelle pillole di saggezza dell’amministratore delegato Luca Percassi: «Sappiamo da dove veniamo e quale realtà rappresentiamo. Ciò che stiamo vivendo è frutto del lavoro che abbiamo svolto negli anni. Il livello si è alzato talmente tanto che dovremo esser bravi ad essere soddisfatti dei traguardi raggiunti, senza però perdere di vista la nostra dimensione. Solo così potremo fare bene, sapendo che la proprietà ha voglia di investire con attenzione e cura».

Credito fotografico: Alberto Mariano

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