19 Settembre 2024
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Spazio

Lo Spazio è materia di tutti e richiede uno sforzo comune

10.10.2023

L’astronauta Luca Parmitano invita a considerare l’esplorazione spaziale patrimonio universale e indica nella stazione internazionale in orbita terrestre un esempio concreto di sostenibilità.

C’è sempre qualcosa di nuovo anche quando sembra che ci sia niente di nuovo. Nello Spazio accade proprio così. Si aggiunge conoscenza scientifica ed esperienza nell’imparare a vivere e lavorare in assenza di peso. Nella stazione spaziale internazionale, in orbita a 400 km d’altezza, non c’è alto né basso e tutto diventa volume utilizzabile. Si coabita, in armonia. Lo spiega bene Luca Parmitano, astronauta italiano dell’ESA che vi ha trascorso due semestri in altrettante missioni, diventando il nostro primo connazionale a svolgere attività extraveicolari e ad assumerne il comando. L’avamposto orbitale, insieme di moduli pressurizzati per il 50% realizzati in Italia, offre un ambiente equivalente a quello di un Boeing 747.

«Talvolta, impegnati per lunghe ore negli esperimenti, capita che non ci si incontri» – racconta AstroLuca, che si presta a divulgare l’importanza della Space Economy parlandone alle istituzioni parlamentari come agli studenti, passando da BergamoScienza a Wired Next Fest di Milano, preparandosi a ricevere, il 16 ottobre dall’Università di Messina, la laurea magistrale honoris causa in Scienze e Logistica del Trasporto Marittimo ed Aereo. Ricorrente il suo invito a considerare l’astronauta il terminale di una filiera di profili professionali diversi, che nelle diverse discipline e specializzazioni concorrono al successo delle missioni e allo sviluppo dei nuovi programmi.

«Servono architetti per progettare i futuri habitat al di fuori della Terra, ma anche esperti legali per gestire diritti e proprietà» – sottolinea Parmitano.

Quanto al programma Artemis, che riporterà astronauti sulla Luna, Luca non fa mistero di sperare di contribuire con il proprio background.
«La transizione dall’attuale stazione internazionale al Lunar Gateway, che segnerà il ritorno intorno e sulla Luna, si realizzerà continuando a garantire avamposti permanenti in orbita terrestre, sviluppati dalle agenzie in concorso con società private» – spiega Luca Parmitano, il quale a Houston svolge il ruolo di “facilitatore” a supporto dei colleghi in missione, come in occasione delle attività extraveicolari. «A bordo si fa scienza, si studia la fisiologia umana per capire le capacità di adattamento all’assenza di gravità e le modificazioni che intervengono durante lunghe permanenze, come sull’apparato visivo. Studi che permettono di trasferire conoscenze utili nel campo della clinica medica e dell’ingegneria protesica».

Fuori dalla stazione c’è dell’altro e altrettanto importante, come lo strumento AMS, rivelatore di particelle con cui si studia la composizione e l’abbondanza dei raggi cosmici nello spazio in cerca di tracce di antimateria primordiale e materia oscura, e che Luca Parmitano ha provveduto ad aggiornare permettendo di estenderne la vita operativa. E la stessa stazione spaziale è un esempio concreto di sostenibilità energetica: dai pannelli solari più piccoli ed efficienti rispetto a quelli montati in origine, al sistema di riciclo dell’acqua arrivato al 95-96% e al rinnovo dell’atmosfera interna. Non a caso, il motto scelto per il Congresso Internazionale di Astronautica, che si terrà a Milano dal 14 al 18 ottobre 2024, recita “Spazio Responsabile per la Sostenibilità”.

«Di una cosa si può essere certi – chiosa AstroLuca – ogni passo in davanti nell’esplorazione spaziale impone nuove sfide e domande a cui trovare risposte».

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