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Esteri

M.O., Tajani: non cessate il fuoco ma pausa umanitaria per Gaza

23.10.2023

Tregua favorirebbe Hamas, sarebbe rinuncia a autodifesa d’Israele

Bruxelles, 23 ott. (askanews) – Nella discussione “molto positiva” di oggi tra i ministri degli Esteri dei Ventisette, si è discusso della richiesta dell’Onu di una “pausa umanitaria” nelle operazioni militari in corso a Gaza, con la maggioranza degli Stati membri che si è detta favorevole, ma puntualizzando che deve servire a far entrare i rifornimenti a Gaza, mentre altra cosa sarebbe un cessate il fuoco, perché “una tregua non può significare che Israele rinuncia alla propria autodifesa e rinuncia a colpire a Hamas, mentre Hamas continua a lanciare razzi su Israele”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con la stampa a margine del Consiglio Affari esteri dell’Ue oggi a Lussemburgo.

Il ministro si è anche detto “ottimista” sulla possibilità di far uscire da Gaza una parte dei profughi palestinesi, e in particolare gli italiani intrappolati nella Striscia, e ha poi assicurato che “in Italia non ci sono minacce vere di attentati di terroristi” della Jihad islamica”, ma comunque bisogna continuare a vigilare, come si sta facendo con la chiusura della frontiera con la Slovenia. Quanto alle manifestazioni pro-Palestina in Europa, Tajani ha affermato che vanno autorizzate, a meno che non inneggino terrorismo e alla violenza contro gli ebrei.

Durante il Consiglio, ha riferito il ministro, “ho espresso la posizione dell’Italia di ferma condanna all’aggressione di Hamas contro Israele”, e a favore del “diritto di Israele a difendersi. Ci auguriamo contemporaneamente che possano arrivare gli aiuti umanitari a Gaza attraverso il valico di Rafah. Ci potrebbero essere delle pause umanitarie nei combattimenti per permettere di far entrare i camion con viveri e medicinali a Gaza”.

“È emersa – ha continuato Tajani – una condanna totale da parte di tutti del comportamento di Hamas”, e si è parlato dei rischi di escalation “Tutti quanti dobbiamo lavorare per una de-escalation nella regione e naturalmente è importante che non venga coinvolta la popolazione civile”.

Riguardo all’ipotesi che Hamas liberi una cinquantina di ostaggi con doppia nazionalità, il ministro ha osservato che “queste sono voci di stampa; non abbiamo ancora nessuna notizia precisa in merito. Noi stiamo lavorando con la nostra ambasciata a Tel Aviv e il nostro Consolato a Gerusalemme, la nostra ambasciata al Cairo e la nostra Unità di Crisi, siamo fortemente impegnati per raggiungere l’obiettivo di liberare gli ostaggi con l’interlocuzione che continuiamo ad avere con diversi paesi. Stasera parlerò anche con il ministro degli Esteri brasiliano, che presiede la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Oni. Noi siamo impegnati al 100% per la liberazione degli ostaggi, e anche per far uscire gli italiani che sono a Gaza, mi auguro il più presto possibile”.

A chi chiedeva se i ministri abbiano discusso la proposta dalla Spagna di organizzare una conferenze internazionale per cominciare a discutere di uno Stato palestinese, Tajani ha risposto: “Abbiamo parlato dell’obiettivo da raggiungere, che è quello della posizione italiana: due popoli due Stati; dare una prospettiva al popolo palestinese per far cessare la guerra. Su questo siamo tutti d’accordo. Poi ci sono state sfumature e differenze su altre questioni, ma su questo mi pare che ci sia l’unanimità tra i paesi dell’Unione europea, per lavorare anche concretamente per raggiungere questo obiettivo. Vedremo come incontrarci, come lavorare. E’ stata fatta questa proposta (spagnola, ndr), ora vedremo come realizzare nel modo migliore una unità tra tutti i paesi della Ue per poter incidere”.

“Perché – ha continuato Tajani – è giusto dirlo, ma poi bisogna anche fare in modo che, attraverso una forte azione che dovrà vedere tutti, tutte le Nazioni Unite impegnate, si possa trasformare questa idea in un fatto concreto. Sapendo bene che quando si è vicini a un accordo c’è chi cerca, come sta facendo Hamas in questo momento, di mandare tutto all’aria. Perché vuole cancellare lo Stato di Israele, vuole che ci sia la guerra”.

Secondo il ministro, “Hamas ha attaccato perché c’era un dialogo in corso tra i paesi arabi, tra la Arabia Saudita, in particolare, e Israele. E questo ad Hamas non va assolutamente bene, perché essendo un organizzazione terroristica criminale vuole impedire che si raggiunga la pace in Medio Oriente. Quindi dovremmo essere molto determinati, molto forti. Hamas va sradicata dal territorio di Gaza, perché non può continuare a farsi Scudo del popolo palestinese e degli ostaggi. E’ un’organizzazione terroristica e criminale, e adesso quantomeno – ha affermato Tajani – dimostri di avere senso di umanità liberando gli ostaggi senza porre condizioni”.

Sulla richiesta di pausa umanitaria, il ministro ha precisato che “non ci sono state decisioni, c’è stato un dibattito; le decisioni poi verranno credo prese dal Consiglio. Le pause umanitarie per far entrare i rifornimenti a Gaza ci vedono favorevoli. La tregua è un’altra cosa: la tregua non può significare che Israele rinuncia alla propria autodifesa e rinuncia a colpire Hamas, mentre Hamas e Hezbollah continuano a lanciare razzi su Israele”.

Una vera e propria tregua, insomma, più che i civili intrappolati a Gaza “rischierebbe in questo momento di tutelare Hamas, che è una cosa ben diversa. Quindi aiutiamo il popolo palestinese facciamo arrivare il rifornimenti, ma Israele – ha sottolineato Tajani – ha diritto a difendersi, ripeto nel rispetto del diritto internazionale e nel rispetto della popolazione civile. Ma ha diritto a colpire i centri Hamas, quelli da dove partono i razzi contro Israele. Il diritto all’autodifesa è riconosciuto a livello internazionale, questo non può essere messo in discussione”.

Più tardi, rispondendo ai giornalisti in spagnolo, il ministro ha ribadito: “siamo tutti favorevoli ad aiutare il popolo palestinese, che sta vivendo una situazione molto difficile, e credo che aiutare questo popolo sia importante per tutti noi. Lo faremo, apriremo il passaggio di Rafah, e li aiuteremo, anche gli italiani che vogliono lasciare Gaza. Stiamo lavorando con altri paesi per questo, e voglio essere ottimista”.

Quanto al timore di attentati terroristici in Italia e nell’Ue, e ai rischi che la protesta contro l’assedio di Gaza da parte di Israele finisca per incendiare le piazze europee, Tajani si è mostrato fiducioso e rassicurante. “Qui non se ne è parlato. Io credo che – ha puntualizzato -, se si tratta di manifestazioni per la difesa del popolo palestinese senza inneggiare al terrorismo, senza inneggiare ad Hamas, sia giusto autorizzarle. Se invece si tratta di manifestazioni in cui si inneggia alla violenza, o manifestazioni contro il popolo ebraico, quelle non possono essere autorizzate. Ma se si tratta di manifestazioni per la Libertà della Palestina, per lo stato palestinese perché vietarle?”, ha chiesto.

Riguardo al rischio terrorismo in Europa, ha proseguito il ministro, “delle preoccupazioni ci sono in generale. In Italia non ci sono minacce vere di attentati di terroristi; però stiamo vigilando: le forze dell’ordine e la nostra intelligence stanno lavorando per prevenire possibili atti terroristici. Non è un caso che sia stata chiusa la frontiera con la Slovenia, bloccando Schengen”; così “c’è un filtro costante, quotidiano, da parte delle forze dell’ordine per vedere chi entra nel nostro paese. Perché, come sapete, i Balcani sono un luogo dove c’è un traffico d’armi preoccupante. Quindi dobbiamo impedire assolutamente che ci siano terroristi armati che entrano in Italia. Insomma, lo Stato è vigile, il governo pone grande attenzione alla questione sicurezza”.

“Anche per questo è stato deciso di aumentare gli stipendi delle forze dell’ordine attraverso il nuovo contratto. Quindi, massima allerta, ma non allarmismo. Non dobbiamo spaventare l’opinione pubblica perché non c’è un rischio attentati. Detto questo – ha concluso Tajani – bisogna vigilare.

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