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Magazzino, la “mecca” del collezionismo italiano negli USA

28.11.2024

Hub per l’arte italiana contemporanea negli Stati Uniti, riceve nella valle dell’Hudson dai 15 mila ai 20 mila visitatori all’anno. Sguardo all’eccellente storia di un museo nato dalla complicità dei suoi fondatori Nancy Olnick e Giorgio Spanu.

Si chiama “Magazzino” e ha lo scopo di “immagazzinare” l’Arte Povera e di condividerla con la comunità. Lontano dalle grandi istituzioni culturali della città di New York, immerso nello scenario naturale di un bucolico paesino nella valle dell’Hudson, Cold Spring, sorge il museo che in pochi anni è diventato una mecca dell’arte e della cultura italiana. Aperto nel 2017 da Nancy Olnick e Giorgio Spanu, lei americana, lui italiano di origini sarde e accumunati da una grande passione per l’arte contemporanea italiana, Magazzino accoglie dai 15 mila ai 20 mila visitatori annualmente e l’anno scorso si è anche allargato inaugurando un secondo padiglione.

«Io e mia moglie – spiega Spanu – siamo arrivati qui nel 1990. Lei collezionava opere pop art io arte moderna, ma dopo aver visitato il Castello di Rivoli, Museo di Arte Contemporanea, ci siamo innamorati dell’Arte Povera ed abbiamo iniziato la nostra collezione. Nel 2004 abbiamo aperto le porte della nostra casa per un programma di residenza creato con lo scopo di aiutare gli artisti italiani, lo abbiamo portato avanti fino al 2014. Massimo Bartolini, che ha rappresentato l’Italia all’ultima edizione della Biennale Arte di Venezia, è stato tra gli artisti che hanno partecipato al programma di residenza».

Spanu ha spiegato che l’istituzione così come è oggi è il risultato di un’identità in evoluzione: da iniziativa privata in pochi anni Magazzino si è sviluppato in un museo pubblico e fondazione. L’edificio principale, una struttura di circa 1900 mq, è stata disegnata dall’architetto spagnolo Miguel Quismondo, e ha aperto nel 2017. Il secondo edificio, intitolato “Robert Olnick Pavilion”, in memoria del padre di Nancy Olnick, ha aperto nel settembre del 2023 e si estende su una superficie di 1200 mq. È stato realizzato dagli architetti Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo.

Il complesso è un hub culturale in cui i visitatori possono osservare, interagire e contemplare la relazione tra il secondo Dopo Guerra e l’arte italiana contemporanea. La collezione permanente comprende opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio.

A consolidare l’importanza di Magazzino per l’arte italiana contemporanea negli Stati Uniti, lo scorso 15 novembre è stata inaugurata “Maria Lai. A Journey to America” (15 novembre 2024 – 28 luglio 2025), la prima retrospettiva negli Stati Uniti dedicata a Maria Lai, l’artista di origini sarde scomparsa nel 2013 a 93 anni. Curata dalla direttrice artistica di Magazzino, Paola Mura, con circa cento opere esposte, la mostra ripercorre una carriera a cavallo tra la tradizione della nativa Sardegna, l’Arte Povera e l’influenza della cultura americana sulla scena artistica internazionale. Oltre all’arte italiana, di recente Magazzino ha aperto “Cafe Silvia”, un ristorante stile trattoria che con un menù farm to table porta un po’ di gusto italiano alla comunità locale.

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