12.10.2023
Medio Oriente: Diplomazia e Difesa, due binari paralleli
La missione del Ministro degli Affari Esteri italiano Antonio Tajani in Egitto, un passo importante verso il coinvolgimento dei Paesi arabi per una roadmap di de-escalation.
La difesa e la diplomazia viaggiano su binari paralleli in Medio Oriente. La gravità della situazione è oggetto di monitoraggio negli Stati Uniti, Nato da una parte e Onu dall’atra. Il tragico bilancio di vittime e ostaggi, che comprende cittadini statunitensi, induce il governo USA ad accelerare l’evacuazione dei propri connazionali da Israele, costantemente sotto attacco. Un segnale evidente di imminenti mosse militari via terra per impedire che le città israeliane continuino ad essere bersaglio dei terroristi di Hamas.
È altrettanto chiaro che resta basilare creare le condizioni per attuare il corridoio umanitario per l’uscita dei civili dalla striscia di Gaza, impedendo che il terrorismo si serva di una quantità importante di scudi umani. Ma si tratta, a occhio e croce, di due milioni di persone che cercheranno scampo e per le quali non basterà una via d’uscita provvisoria.
In questo scenario, la visita ufficiale a Il Cairo del ministro degli esteri italiano Tajani, a margine del summit della Lega Araba, assume particolare rilevanza perché riconosce nell’Egitto un Paese strategico, non solo per ragioni di confine, per evitare la temuta escalation del conflitto israelo-palestinese. Anche il confronto del titolare della Farnesina con il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Abdoul Gheit, è servito a fare prendere atto della responsabilità di Hamas per quanto sta accadendo e consapevolezza della necessità di impedire che le ostilità si estendano al Libano. Se ciò accadesse, minerebbe di colpo la stabilità dell’intero Medio Oriente.
La visione araba della questione palestinese, che reclama uno Stato indipendente, diverge dall’attuale assetto della regione. Tuttavia, il fatto che tutti siano disposti alla mediazione rappresenta un passo avanti nella direzione della de-escalation. Da cui non si può prescindere, ma solo partendo dalla soluzione del caso degli ostaggi. Tra i quali, è bene ricordarlo, ci sono anche italiani. In diplomazia, come sulla scacchiera, contano le mosse e quella di Tajani ha riportato la politica estera del nostro Paese alle vecchie tradizioni improntate alla capacità di essere lungimiranti e mai supponenti.