06.08.2024
Vince il patto Errani-Paolini. Le due compatriote si aggiudicano il doppio femminile, regalando all’Italia una vittoria mai ottenuta in 128 anni. Nel singolare maschile, Lorenzo Musetti conquista un bronzo che vale oro. Tutti sulle orme dell’irraggiungibile Jannik Sinner per confermare il Bel Paese nel gotha del tennis mondiale.
Il medagliere non fa distinzioni. Un oro è un oro, e come tale va celebrato. Anche perché in 128 anni di Olimpiadi moderne, l’Italia del tennis non ne aveva vinto neanche uno. Per questo saremo sempre grati a Sara Errani e Jasmine Paolini per aver fatto risuonare l’inno di Mameli sul Campo Philippe Chatrier. Se però le medaglie si potessero pesare, il bronzo conquistato da Lorenzo Musetti nel singolare maschile possiede ben altro valore.
Il carrarino si è caricato sulle spalle un’Italia priva di Jannik Sinner, è arrivato a Parigi poche ore prima di giocare il primo turno contro Monfils (la sera prima era ancora impegnato a un torneo in Croazia), ma ha giocato una partita più bella dell’altra fino a issarsi in semifinale. Via il bombardiere Taylor Fritz, via il campione in carica Alexander Zverev. Si è arreso solo all’inarrivabile Djokovic, ma se non avesse pasticciato nel decimo game del primo set… Chissà. No problem: il giorno dopo è sceso in campo per la medaglia di bronzo, vinta d’autorità contro un altro gran bel giocatore, il canadese Felix Auger-Aliassime. Cento anni dopo Uberto De Morpurgo, che all’alba del ventennio fascista conquistava un bronzo proprio a Parigi, grazie a Musetti abbiamo riassaporato il gusto di una medaglia racchettara. Gli ultimi mesi ci hanno consegnato un giocatore tutto nuovo, pronto a dare l’assalto ai primi dieci e scalare la classifica All Time dei migliori italiani, con legittime speranze di podio dietro all’irraggiungibile Jannik Sinner.
È un bel tipo, ha trovato stabilità sentimentale ed emotiva (qualche mese fa la compagna Veronica gli ha dato il primogenito, Ludovico) e possiede quello che piace agli italiani: un tennis bello, bellissimo da vedere. Nel suo braccio c’è quella rara pozione che trasforma il talento in magia. Per questo, si deve rassegnare: sarà portato in trionfo per le vittorie, ma criticato ancora più duramente per ogni sconfitta. La buona notizia è che sembra avere gli anticorpi necessari per reggere l’urto. Ma il medagliere, come detto, non guarda ai dettagli. E allora ricorderemo Parigi 2024 soprattutto per l’oro conquistato da Jasmine Paolini e Sara Errani. Un anno fa hanno iniziato a giocare insieme proprio pensando alle Olimpiadi. Un patto che col tempo si è concretizzato, mischiando l’impetuosa crescita della Paolini (finalista a Parigi e Wimbledon, peccato per l’eliminazione al terzo turno in singolare) all’esperienza e la sagacia tattica della Errani, ex numero 1 della specialità. I risultati degli ultimi mesi avevano acceso mille speranze, a maggior ragione perché quasi tutte le migliori coppie sono composte da giocatrici di diverse nazionalità, dunque impossibilitate a fare coppia alle Olimpiadi. Ma è un demerito altrui, che nulla toglie al successo delle azzurre. Da una parte hanno avuto la fortuna di non trovare le coppie più forti (Gauff-Pegula e Krejcikova-Siniakova), dall’altra sono state brave a uscire dalle sabbie mobili dei due match più complicati: l’ottavo contro le francesi Garcia-Parry, in un clima da stadio, e una finale contro le baby russe (pardon, atlete neutrali) Andreeva-Shnaider, che per un set hanno dominato. Ma Sara & Jasmine volevano questo oro a tutti i costi, forse lo hanno anche sognato di notte. E alla fine il sogno si è realizzato. Il medagliere del tennis sorride: un oro e un bronzo, secondi solo alla Cina. Ma non dobbiamo avere paura a dirlo: numeri a parte, i migliori siamo noi.