20.05.2024
Scongelato dopo mesi, atteso lunedì in aula. Domani capigruppo valuta rinvio
Roma, 20 mag. (askanews) – Le commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia della Camera avranno quattro giorni di tempo per esaminare il ddl sicurezza, atteso in aula lunedì 27 maggio prossimo. Oggi si chiudono le audizioni – iniziate il 16 maggio – e domani alle 13 scadrà il termine per gli emendamenti. Il mandato al relatore dovrà arrivare entro questa settimana. È quanto stabilito oggi dall’ufficio di presidenza delle Commissioni riunite.
Protestano le opposizioni che sottolineano come il ddl di iniziativa governativa (Piantedosi-Nordio-Crosetto), approvato lo scorso novembre in Consiglio dei ministri e presentato alla Camera il 22 gennaio, sia stato “scongelato” a ridosso delle elezioni europee dopo mesi di inattività: due sedute di discussione generale a febbraio in commissioni e poi nulla fino al 16 maggio quando sono iniziate le audizioni. “Ormai la destra ha imposto un nuovo modello, quello in base al quale si legifera per necessità elettorali. Le necessità reali del Paese vengono dopo”, denuncia Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera. “All’improvviso – sottolinea – ora si prevede la discussione addirittura dell’Assemblea di Montecitorio il prossimo 27 maggio, una manciata di giorni per esaminarlo e via. Questa modalità è antidemocratica, autoritaria, lesiva degli interessi del Paese.Ovviamente noi chiediamo che venga modificato il calendario d’Aula e venga data la possibilità al Parlamento di analizzare il provvedimento senza alcuna forzatura da parte della maggioranza”.
Domani è prevista una conferenza dei capigruppo dopo che il governo avrà posto – intorno alle 17,30 – la questione di fiducia in aula alla Camera sul decreto superbonus e in quella sede le opposizioni chiederanno che venga modificato il calendario rinviando l’approdo in aula per consentire un’esame più approfondito del testo. L’impressione è che la maggioranza, stavolta su impulso di Fratelli d’Italia, voglia replicare quanto fatto con il ddl autonomia forzando i tempi d’esame in commissione per arrivare in aula e svolgere la discussione generale prima delle europee rinviando poi i voti sugli emendamenti a dopo le elezioni.