05.06.2023
Far vivere gli studenti nell’Antica Roma, comprare un abito facendolo provare al nostro avatar, tuffarsi nelle Maldive indossando solo un visore; tutte le aziende investono su questo.
Immaginate una famiglia composta da quattro persone, sedute sul divano con in testa un visore personale, per guardare ognuna un film diverso. Sai che allegria. Il mondo della realtà virtuale è più o meno questo, almeno secondo l’Uomo Comune che non ha ancora capito a che cosa serva immergersi in un universo che non c’è. Il fatto – dirà qualcuno – è che l’Uomo Comune è tecnologicamente ignorante. Il problema, però, è che è lo stesso (uomo o donna che sia) che poi alla fine compra. E finora non sembra che un visore sia alla cima della lista dello shopping.
Sì, è vero: la realtà virtuale è il futuro prossimo del business e su di essa le Big Tech puntano per alimentare un mercato sempre più ingordo e nel quale l’oggetto principale – ovvero lo smartphone – sembra essere arrivato al limite. Umano, tecnologico e di interesse. Così ecco che perfino Apple, martedì 7 giugno alla World Wide Developer Conference, ha deciso di presentare al mondo i suoi occhiali miracolosi, che a Cupertino qualcuno ha preannunciato come «la più grande rivoluzione tecnologica dopo l’iPhone». Pare anche che – sempre nello stesso posto – altri abbiano alzato il sopracciglio esprimendo qualche dubbio. Me è un dubbio solo sussurrato, perché certe cose non si dicono. Soprattutto quando vengono investite intere fortune.
Perché questo è il punto: Mark Zuckerberg, che ha trasformato il suo social network Facebook nella piattaforma da cui saltare nel mondo che non esiste, nel 2023 spenderà altri 19,2 miliardi di dollari per una realtà mista nella quale lavorare, giocare e fare amicizia. In particolare, la divisione Reality Labs – che sta mettendo assieme tutti i pezzi della tecnologia – assorbirà il 20% di tutte le spese complessive, le stesse avute nel 2022 che ha segnato però da gennaio a settembre una perdita totale di 9,4 miliardi di dollari. Tutto questo mentre nei primi 5 mesi del nuovo calendario i Venture Capitals americani hanno raccolto per le aziende collegate al metaverso 664 milioni di dollari: significativamente meno (eufemismo) dei quasi 3 miliardi messi insieme nello stesso periodo dello scorso anno.
Insomma: davvero – come dice la pubblicità di Meta – nel futuro gli studenti potranno vivere nell’Antica Roma grazie al Metaverso? Davvero – come pensano molte aziende – compreremo un abito facendolo provare al nostro avatar? E davvero – come cercano di convincerci – faremo un tuffo alle Maldive solo indossando un visore (peraltro abbastanza scomodo)? Presupponendo che ci diano pure un telo per far finta di asciugarci, è possibile. Ma il discorso, per il momento, è che per il Metaverso servono ancora tantissimi soldi e altrettanta energia elettrica, visto la quantità di server necessari per far catapultare miliardi di persone del pianeta Terra nel non-so-dove. Così il futuro resta futuro, anche se è probabile che Apple cominci dalla realtà aumentata, molto più utile per ora, per fare la rivoluzione morbida attraverso i suoi occhiali (si vocifera occhiali “tipo da sci”). Noi, nell’attesa, ci sediamo sul divano e accendiamo ancora la Tv: come realtà, in fondo, non è affatto male.
Credito fotografico:
The False Mirror, René Magritte, 1928