4 Novembre 2025
/ 3.11.2025

Ponte sullo Stretto, Bonelli: “Pronti al ricorso alla Corte di giustizia”

Dal project financing di Berlusconi al finanziamento pubblico totale: così cambia il peso del Ponte sui conti dello Stato

La battaglia sul Ponte sullo Stretto si riaccende. Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, accusa il Governo Meloni di aver imboccato “una strada totalmente contra legem” e di ignorare gli appelli arrivati da più parti, compreso quello del presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia.

Secondo Bonelli, la scelta di non indire una gara per l’assegnazione del progetto viola in modo evidente la direttiva europea sulla concorrenza. “Tutte le autorità dello Stato indicano che è stata commessa una violazione. Sarebbe dovuta essere indetta una gara, ma si sta invece facendo un grande regalo ai privati”, denuncia.

“Il piano Berlusconi dava più garanzie ai conti pubblici”

Il deputato ecologista rievoca il progetto originale del 2005, voluto dal governo Berlusconi, che prevedeva un modello di project financing: il 60% dei costi sarebbe stato coperto da investitori privati e il restante 40% dallo Stato. “Devo constatare che, da questo punto di vista, Berlusconi aveva dato maggiori garanzie di tutela dei conti pubblici”, afferma Bonelli che parla di “un finanziamento al 100% pubblico: un grande regalo da 15 miliardi di euro ai privati”.

Il co-portavoce di Europa Verde definisce “di una gravità inaudita” il fatto che il Governo non abbia dato seguito alle osservazioni delle autorità indipendenti e annuncia l’intenzione di portare la questione in Europa. “Tra trenta giorni, come Alleanza Verdi e Sinistra, vedremo cosa intenderà fare il Governo, perché il nostro ricorso alla Corte di Giustizia è già pronto. Siamo convinti che lo vinceremo: siamo di fronte a gravissime e accertate violazioni del diritto europeo e della legge italiana”. E aggiunge, con tono polemico: “La presidente Meloni che farà? Griderà al complotto delle ‘toghe rosse europee’?”

Un’opera simbolo che divide

La controversia arriva a pochi giorni dalla decisione della Corte dei conti di sospendere l’approvazione del progetto esecutivo, chiedendo ulteriori verifiche sui costi e sulla copertura finanziaria. Mentre il Governo difende l’opera come infrastruttura strategica per il Sud e per il sistema dei trasporti nazionale, cresce il fronte di chi contesta le modalità con cui il progetto è stato rilanciato dopo vent’anni di stop.

Nel frattempo, i costi stimati sono lievitati: dai circa 6,5 miliardi previsti nel 2005 ai 13-15 miliardi attuali, in un contesto di forti tagli al trasporto pubblico e alle reti ferroviarie urbane. Il Ponte sullo Stretto, più che un collegamento tra due sponde, continua dunque a essere un confine politico: tra chi lo vede come simbolo di progresso e chi, come Bonelli, lo considera l’emblema di una finanza pubblica piegata a interessi privati.

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