21 Novembre 2025
/ 21.11.2025

Incendio alla Cop30, padiglioni evacuati e negoziati interrotti

Il fumo ha invaso i corridoi rendendo necessaria l’evacuazione immediata di migliaia di persone. La conferenza riparte dopo ore di stop

Un incendio divampato nel primo pomeriggio a Belém ha costretto all’evacuazione dei padiglioni della Cop30, bloccando per diverse ore la macchina negoziale del vertice Onu sul clima. Le fiamme sono partite da un’area dietro il padiglione B, in un punto in cui si concentrano strutture elettriche e impianti di servizio, e si sono propagate rapidamente tra i moduli della Zona Blu, la parte riservata alle delegazioni governative. Il fumo ha invaso i corridoi rendendo necessaria l’evacuazione immediata di migliaia di persone, dai negoziatori ai tecnici, fino ai giornalisti.

I vigili del fuoco sono intervenuti in pochi minuti e hanno circoscritto il rogo, mentre la sicurezza della conferenza ha chiuso tutti gli accessi all’area. Secondo le prime informazioni diffuse dai media brasiliani e internazionali, non ci sono feriti gravi. Alcune persone sono state assistite per inalazione di fumo o per crisi d’ansia, ma nessuno è in condizioni preoccupanti. La causa sembrerebbe un guasto elettrico: un corto circuito o un malfunzionamento degli impianti di illuminazione temporanei. Si tratta di strutture assemblate rapidamente e che in più occasioni, nei giorni scorsi, avevano mostrato qualche criticità, soprattutto per infiltrazioni d’acqua e sovraccarichi dei sistemi.

L’incendio è scoppiato in una giornata già delicata, con diversi tavoli tecnici impegnati a limare testi su finanza climatica, combustibili fossili e meccanismi di adattamento. Il blackout forzato ha interrotto sessioni considerate cruciali e ha disperso per ore i gruppi di lavoro, che hanno ripreso a lavorare solo in serata dopo la messa in sicurezza dei padiglioni. Le delegazioni sono state fatte rientrare in modo scaglionato, mentre i tecnici Onu controllavano impianti e cablaggi per evitare ulteriori problemi.

Tra i padiglioni a ridosso dell’area interessata c’era anche quello italiano. Nessun membro della delegazione ha riportato conseguenze, ma i lavori pubblici e gli incontri programmati sono saltati, con il rischio di dover comprimere nelle prossime ore appuntamenti già fitti.

A Belém, dove l’attenzione dei negoziatori è concentrata sul nodo dell’eliminazione graduale dei combustibili fossili e sui nuovi fondi per i Paesi vulnerabili, lo stop è arrivato come una battuta d’arresto pesante. Non c’è stato però alcun allarme sicurezza sulla prosecuzione della conferenza: gli organizzatori confermano che la Cop30 continua regolarmente e che i padiglioni riaperti sono pienamente operativi.

La giornata si è chiusa quindi con una buona dose di tensione smaltita e una domanda aperta sulla qualità delle infrastrutture montate per accogliere decine di migliaia di persone. Ma soprattutto con l’incognita sui tempi dei negoziati: la tabella di marcia era già stretta, e qualche ora bruciata – stavolta in senso letterale – non aiuta a stringere accordi che restano difficili.

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