22 Novembre 2025
/ 21.11.2025

Nella Giornata dell’albero rinasce un gigante

È il nuovo platano di Villa Borghese che continua una storia lunga quattro secoli

Nella Giornata nazionale dell’albero è stato piantato un albero particolare: il discendente diretto di quei platani monumentali che da quattro secoli custodiscono la Valle dei Platani a Villa Borghese. Roma ha messo a dimora un nuovo esemplare che porta nel suo Dna la memoria viva di un patrimonio botanico unico al mondo.

È un modo per ricordare che il verde urbano non è un accessorio d’arredo, ma una parte essenziale della città e della sua storia. Lo ha sottolineato l’assessora all’Agricoltura e all’Ambiente Sabrina Alfonsi definendo questa giornata “una rinascita, quella di un gigante verde, appena piantato, che simboleggia un tassello importante della storia botanica di questa città”.

Una storia che comincia nel Seicento

Per capire perché questa piantumazione abbia un valore speciale, bisogna tornare indietro al 1600. È allora che il Cardinale Scipione Borghese volle undici platani orientali nella sua villa, oggi riconosciuti dal Masaf (ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste)come alberi monumentali. Sono sopravvissuti alle mode, alle trasformazioni della città, agli anni in cui il concetto di tutela ambientale era un’idea vaga. Sono diventati guardiani silenziosi, e non stupisce che oggi il Campidoglio abbia scelto di rigenerare proprio quella linea genetica, preservandola per il futuro.

Roma è una città che vive di pietre e di verde, e spesso è proprio il verde a raccontare la parte più profonda della sua identità. I numeri lo dicono chiaramente: oltre 340 mila alberi pubblici distribuiti fra parchi, giardini e strade. E un patrimonio di alberi monumentali in crescita: 65 esemplari appena censiti nel nuovo aggiornamento nazionale del Masaf, con 23 nuove entrate solo quest’anno.

Il nuovo platano si inserisce esattamente in questa visione: non è un semplice innesto, ma un ampliamento del patrimonio genetico di una famiglia arborea che appartiene alla storia culturale e paesaggistica di Roma.

Un clone perfetto

La rinascita del gigante è frutto di un progetto scientifico accurato. Il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale e il Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza hanno scelto la riproduzione agamica, una tecnica che consente di mantenere intatto il patrimonio genetico dell’albero originario. In pratica, un clone perfetto, capace di portare avanti la stessa memoria botanica senza variazioni.

È un modo per proteggere un Dna prezioso, replicarlo, permettere ai nuovi esemplari di crescere “al fianco degli alberi da cui hanno origine”, come ha spiegato Alfonsi. La scienza diventa così un ponte che tiene insieme la tradizione e il futuro, la tutela e l’innovazione.

Un albero non si pianta solo per bellezza. Si pianta per dire che la città crede nella continuità, nel tempo lungo, nella protezione del suo patrimonio naturale. Il nuovo platano di Villa Borghese è un simbolo di tutto questo: è il filo che riannoda quattro secoli di storia e li proietta in avanti, verso chi quel parco lo vivrà fra vent’anni, fra cinquanta, fra un secolo.

Roma è questo: una città che cade, si rialza, si rinnova. E lo fa anche così, con un gesto semplice e antico. Piantando un albero che porta dentro di sé la memoria dei suoi giganti.

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