25 Novembre 2025
/ 24.11.2025

Affitti brevi, stop al self check-in

Il Consiglio di Stato riporta il riconoscimento “de visu” al centro della sicurezza

La partita sul riconoscimento degli ospiti negli affitti brevi cambia di nuovo direzione. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso del ministero dell’Interno e di Federalberghi, annullando la sentenza del Tar del Lazio che lo scorso maggio aveva congelato la circolare del Viminale sul tema. Risultato: il self check-in torna a essere insufficiente e chi affitta deve controllare di persona chi entra negli appartamenti.

La decisione dei giudici amministrativi rimette ordine in una materia diventata negli ultimi anni un terreno di scontro tra tutele della privacy, libertà d’impresa e sicurezza pubblica. La linea ora è chiara: non basta ricevere il documento via app o via mail e trasmetterlo al sistema “alloggiati web”. Serve verificare che la persona che si presenta alla porta sia davvero quella del documento. È un passaggio semplice, quasi ovvio, ma attorno a questo passaggio si gioca l’intero equilibrio tra accoglienza diffusa e controllo del territorio.

La posizione di Federalberghi

Federalberghi, da tempo in prima linea su questo fronte, parla di una scelta che “eleva in maniera significativa i livelli di sicurezza”, ricordando che dietro il continuo via vai nelle scale dei condomìni non ci sono solo turisti con trolley e ciabatte, ma – a volte – situazioni molto meno rassicuranti. Il presidente Bernabò Bocca insiste su un punto: albergatori e gestori tradizionali questa operazione la fanno da sempre, e non per formalismo, ma per senso civico.

A supporto della linea del Viminale, durante il giudizio d’appello sono stati richiamati alcuni episodi che mostrano come il riconoscimento de visu non sia un vezzo burocratico, ma uno strumento concreto. Ad esempio a Viterbo il 3 settembre 2025 due cittadini turchi in un B&B sono stati trovati con armi da fuoco nascoste nella stanza. A insospettire il titolare, il fatto che la carta d’identità inviata via WhatsApp non somigliasse affatto alla persona che si era presentata al check-in. Una di quelle circostanze in cui il “vedere con i propri occhi” conta.

Un latitante arrestato

E non è un caso isolato. La rassegna compilata da Federalberghi cita anche un latitante arrestato a Perugia grazie a un alert del sistema “alloggiati web” e due pregiudicati rintracciati in un hotel a Jesolo, dove si erano concessi qualche giorno di relax nonostante le condanne da scontare. Episodi diversi, stesso copione: senza un controllo fisico degli ospiti, sarebbero passati inosservati.

Con la sentenza del Consiglio di Stato la questione si chiude, almeno per ora, in modo netto: gli host degli affitti brevi devono tornare a incontrare di persona i loro ospiti. Un cambio di passo che richiederà qualche aggiustamento organizzativo, certo, ma che porta con sé la consapevolezza che sicurezza e ospitalità non sono in contraddizione. Vivono, anzi, dello stesso gesto: guardarsi in faccia.

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