Le province italiane dove oggi si vive meglio si concentrano in alto, lungo l’arco alpino: è Trento a tornare sul gradino più alto del podio, nell’analisi sulla “Qualità della vita 2025” del Sole 24 Ore, seguita da Bolzano e Udine. La nuova geografia del benessere mette in luce un Paese che si muove, ma non in modo uniforme: il Nord continua a trainare, mentre il Sud fatica ad agganciare il passo.
🔸 Trento torna in testa all’indagine del Sole 24 Ore che fotografa il benessere nei territori.
— IlSole24ORE (@sole24ore) December 1, 2025
➡️ Il Sud rimane fanalino di coda, con Reggio Calabria che si conferma ultima.
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Trento, Bolzano e Udine sul podio
Il primato trentino conferma una tendenza già emersa negli indici tematici pubblicati durante l’anno: Trento è regolare nelle performance ambientali, nei servizi e nella vita culturale. La città puòanche contare su un dato raro nel panorama nazionale: la soddisfazione dichiarata dai cittadini combacia con quella fotografata dagli indicatori oggettivi. Insieme a Bolzano, la provincia vanta, infatti, il più alto livello di benessere percepito: oltre sei residenti su dieci si dichiarano soddisfatti della propria vita.
Sul secondo gradino del podio, Bolzano consolida la sua reputazione grazie alla solidità economica e demografica. Non è solo ricchezza: la provincia altoatesina è anche quella con il tasso di natalità più elevato d’Italia, un dato che da anni la distingue nel panorama nazionale. Udine, terza, si impone per la qualità dell’ambiente e dei servizi, sostenuta anche dalla crescita delle energie rinnovabili.
La top ten conferma la prevalenza settentrionale: Bologna è quarta, Milano ottava, seguite da Bergamo, Treviso, Padova e Parma. Milano svetta in ricchezza, lavoro e servizi avanzati, mentre Bologna continua a brillare per dinamismo demografico e qualità dei servizi sanitari e sociali. Padova rientra tra le prime dieci dopo tre decenni.
Tra le grandi città, è Roma a registrare la crescita più significativa: +13 posizioni, fino al 46° posto. La capitale beneficia di un’offerta culturale sempre più ampia, di una maggiore vivacità formativa e di una percezione dei cittadini in miglioramento. Bene anche Genova (+11), Milano (+4) e Torino (+1). In discesa, invece, Bari e Catania: un segnale che sottolinea la fragilità delle metropoli meridionali.
Il divario Sud-Nord e i segnali economici del 2025
Il Mezzogiorno, infatti, resta la parte del Paese più distante dai vertici. Per trovare la prima provincia del Sud bisogna scendere al 39° posto, dove compare Cagliari. Le ultime 22 posizioni sono tutte meridionali. Reggio Calabria chiude la classifica, confermando un divario che resiste da oltre trent’anni: un paradosso per territori che pure dispongono di clima favorevole, costi più bassi e finanziamenti straordinari, Pnrr incluso. La fotografia dei dati, come nota il Sole 24 Ore, “infrange l’illusione” che questi elementi bastino a invertire la rotta.
Oltre alla geografia, l’indagine fotografa anche la traiettoria economica e sociale del Paese. Nel 2025 la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti è salita di 703 euro, passando da 20.328 a 21.032 euro. Contemporaneamente, è diminuito del 7,5% il numero di famiglie con Isee molto basso (fino a 7.000 euro), segnalando un miglioramento parziale delle condizioni economiche. Cresce leggermente l’uso di energia rinnovabile (+1,8%) e la densità di impianti fotovoltaici (+42,2 unità ogni 10 km²), mentre rimane debole la spinta imprenditoriale, con le startup innovative in calo, e la competitività dell’export registra un -4,9% sul Pil. La demografia resta un nodo irrisolto: la natalità è ferma e il rapporto tra anziani e giovani è sempre più sbilanciato.
Siena vince l’indice della qualità della vita delle donne, costruito su 14 parametri tra cui occupazione femminile, imprese gestite da donne, gap retributivo e competenze. Oristano è prima in giustizia e sicurezza, Trieste in cultura e tempo libero, Brescia in ambiente e servizi.
