L’Unione Europea prova a uscire dalla morsa delle dipendenze strategiche. A pochi mesi dall’entrata in vigore del Critical Raw Materials Act (Crma) la Commissione ha presentato il nuovo pacchetto RESourceEU, una sorta di cassetta degli attrezzi per dare velocità e capacità finanziaria ai progetti più urgenti legati all’estrazione, trasformazione e riciclo delle materie prime critiche. L’obiettivo è ridurre entro il 2029 fino al 50% la dipendenza europea da fornitori extra-UE per materiali indispensabili alla transizione energetica, digitale e industriale.
Più soldi, meno burocrazia
Il cuore del piano sta in una doppia spinta: investimenti dedicati e procedure autorizzative più snelle. Nei prossimi dodici mesi Bruxelles metterà sul tavolo fino a 3 miliardi di euro per sostenere progetti capaci di generare, nel breve periodo, forniture alternative di litio, nichel, terre rare e altri materiali considerati critici. Una parte dei fondi arriverà direttamente dal bilancio europeo, una parte sarà mobilitata attraverso la Banca Europea per gli Investimenti e gli Stati membri, già impegnati a sostenere alcuni progetti considerati prioritari.
Parallelamente, la Commissione proporrà modifiche normative per velocizzare gli iter autorizzativi: un punto debole che finora ha frenato molte iniziative minerarie e industriali in Europa. L’idea è di creare corsie preferenziali per i progetti ritenuti strategici, con tempi certi e criteri chiari.
Un continente più autonomo
RESourceEU non nasce nel vuoto: si inserisce nella crescente competizione globale sulle catene del valore delle tecnologie pulite. La corsa ai materiali necessari per batterie, pannelli fotovoltaici, magneti e microchip non è più una questione tecnica, ma geopolitica.
L’Europa importa ancora quote molto alte di minerali e componenti da un numero ristretto di Paesi, spesso in contesti instabili o con condizioni ambientali e sociali problematiche. Con questo pacchetto si punta a diversificare le forniture, rafforzare l’industria europea del riciclo e attirare investimenti privati in un settore che, fino a poco tempo fa, non veniva considerato strategico.
Tra le misure in arrivo c’è anche un aggiornamento del quadro normativo per rendere più semplice riconoscere e sostenere i “progetti strategici” previsti dal Crma. Questi progetti, se riconosciuti tali, potranno beneficiare di procedure accelerate, accesso privilegiato ai finanziamenti e una cooperazione più stretta tra istituzioni europee e governi nazionali.
Un’attenzione specifica viene dedicata anche al riciclo di materiali preziosi: un settore che in Europa ha un enorme potenziale ma che oggi soffre per mancanza di impianti, di investimenti e di una raccolta dei rifiuti tecnologici ancora troppo disomogenea. L’idea della Commissione è di trasformare i rifiuti industriali e le apparecchiature a fine vita in una vera risorsa industriale del continente.
Una corsa che l’Europa non può permettersi di perdere
Senza una strategia autonoma sulle materie prime critiche, l’Europa rischia di restare indietro nella transizione energetica e nelle filiere industriali del futuro. RESourceEU prova a mettere ordine e velocità in un campo dove l’UE ha accumulato anni di ritardo, cercando di costruire un’industria interna capace di competere con Stati Uniti e Cina. Il tutto con un equilibrio delicato: garantire approvvigionamenti sicuri senza abbassare gli standard ambientali e sociali che l’Europa considera non negoziabili.
