15.10.2023
Il Gran Premio d’Indonesia va a Pecco, che ritorna leader dopo un solo giorno del sorpasso del rivale Martin in classifica.
Si potrebbe dire che sia il bello (o il brutto, a seconda dei punti di vista) dello sport, in particolare quello su ruote. Esistono momenti, fasi anche prolungate, in cui montano certezze che poi vengono spazzate via in un istante. Ma il tempo, si sa, è anche relativo: si comprime e si dilata in base a ciò che stiamo attraversando.
Il Gran Premio d’Indonesia della MotoGP racchiude tutto questo, trasformandosi in un semplice istante in grado di demolire la fortezza che Jorge Martin si era costruito in due mesi da urlo. Quello stesso istante che invece per Pecco Bagnaia, tornato d’incanto a vincere una gara e a guidare il campionato, si protrae per oltre 40 minuti. O magari, chi può dirlo, è durato per tutti questi due mesi che per lui avevano rappresentato un incubo ad occhi aperti.
Perché il successo di Pecco sull’insidioso tracciato di Mandalika è frutto della lucida determinazione di un campione che pareva allo sbando, ma che non ha mai perso la bussola. Non sarebbe stato possibile, però, senza quell’istante che è costato tutto al suo rivale. In una domenica in cui, ancora una volta, stava dimostrando la sua superiorità tecnica e mentale nel momento decisivo del mondiale.
Martin aveva già messo la freccia. Lo aveva fatto sabato, in una Sprint Race di nuovo dominata. Bagnaia, solo ottavo, si ritrova improvvisamente a -7 punti, consapevole che il 20 agosto era a +62. Ma la tendenza ormai era quella, e sembrava solo questione di tempo prima di ritrovarsi a inseguire.
Poi arriva la domenica, che sembra subito apparecchiarsi nel migliore dei modi per Martin: partito sesto, lo spagnolo alla prima curva è già in testa. Per qualche motivo, infatti, i cinque che lo precedevano si ammassano tutti sulla sinistra, lasciandogli un prezioso corridoio all’interno. Bagnaia, dopo un giro, da 13° è già sesto. Poi, con cautela e determinazione, sale fino alla terza piazza. Ma i punti di distacco sono ormai 16: la tendenza sembra confermata.
Davanti tutto appare bloccato (Martin è primo con un solido vantaggio di 3 secondi su Viñales, poi c’è Bagnaia), così le telecamere si spostano su chi insegue. E al 13° giro inquadrano Aleix Espargaró e Quartararo in lotta per il quarto posto: il leader solitario della corsa compare solo in un quadratino in alto a sinistra. Poi, improvvisamente, compaiono la ghiaia e un piede all’aria. Il mattatore degli ultimi due mesi è caduto.
Questo l’istante sufficiente a demolire la fortezza di un Martin che infatti resta immobile e incredulo a fissare la sua Ducati Pramac incidentata, mentre la colonnina della classifica crolla in tempo reale e riporta Bagnaia davanti. Con i punti di vantaggio di Pecco che aumentano secondo dopo secondo.
Ma restano altri 15 giri da correre, 20 minuti dei 40 che dilatano l’eterno istante di Bagnaia. Pecco, con lucidità, attende il momento giusto per infilarsi davanti a Viñales, vincere la gara e lasciare l’Indonesia a +18 su Martin. L’uomo che sembrava ormai inarrestabile. Ma che è tornato improvvisamente a inseguire, pagando a carissimo prezzo il più lungo degli istanti possibili.