2 Gennaio 2025
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Harakiri Ferrari e Martin, le beffe di un WE demolitore

23.10.2023

In USA, arriva il cinquantesimo trionfo di Max Verstappen, mentre la Ferrari sbaglia tutto incassando addirittura la squalifica del giorno dopo; l’Australia fa perdere lo spagnolo Martin per una strategia azzardata, e forse un pezzo del mondiale.

Uno dei weekend più lunghi che il motorsport ricordi regala agli appassionati nostrani tutto e il suo esatto contrario, pur con lo stesso filo conduttore: quello della gestione delle gomme, di una strategia di gara avventata, e non solo. Così l’alba del sabato italiano saluta in Australia un clamoroso scampato pericolo per Pecco Bagnaia, dopo un azzardo di Jorge Martin che non paga per tre sole curve. La domenica si chiude invece con il GP degli Usa e un nuovo trionfo di Max Verstappen, il cinquantesimo in carriera in F1.

Austin regala però un vero e proprio harakiri in casa Ferrari, con Charles Leclerc penalizzato dalle soste ai box in un weekend che si era aperto con tante speranze. Poi, all’alba di lunedì, il nuovo colpo di scena e la squalifica del monegasco.
Non si può che partire da venerdì, quando la Ferrari si era presa una sontuosa pole position in faccia alla McLaren di Norris (secondo) e alla Mercedes di Lewis Hamilton (terzo). Verstappen, solo sesto per aver superato i limiti della pista, al sabato era riuscito con i muscoli a resistere all’assalto del rivale alla prima curva della Sprint Race (poi dominata). Ma alla domenica avviene il contrario: Norris infila Leclerc, costretto a una vera e propria partita a scacchi dal muretto Ferrari.

Il team propone a Charles un “piano D”, il pilota nonostante qualche dubbio accetta: farà un cambio gomme in meno rispetto a tutti gli altri, al giro 24 di 56. Si rivelerà un azzardo.

Già al 39°, infatti, Hamilton rinuncia alla strategia dell’unica sosta proprio mentre Verstappen si prende la prima posizione superando senza problemi Leclerc. Per quest’ultimo inizia un autentico calvario, con tanto di reazione furente quando il team gli propone di “passare al piano C” (a 12 giri alla fine) e poi quando è invitato a lasciar passare Sainz. L’assalto in pista dello spagnolo al terzo posto di Norris sfuma: il podio arriverà solo dopo la squalifica di Hamilton e dello stesso Leclerc.

Quando in Italia è ormai ampiamente lunedì, infatti, i due vengono estromessi dalle classifiche per irregolarità al fondo delle loro vetture. Altro giro, altra gestione azzardata delle gomme anche in MotoGP. Jorge Martin, all’opposto della Ferrari, perde infatti la vittoria di Phillip Island e forse un pezzo di mondiale. Lo spagnolo sceglie la soft al posteriore e domina il GP: alle sue spalle Binder resiste in seconda posizione contenendo chi segue, permettendo al leader della gara un costante vantaggio di tre secondi. Fino alle ultime tre curve.

Martin crolla sul più bello, e Phillip Island vive un ultimo giro con cinque piloti in un fazzoletto. A vincere è Zarco, al primo successo in MotoGP, terzo è uno straordinario Di Giannantonio. Ma soprattutto secondo arriva Bagnaia, a lungo quarto e a tratti anche quinto. Proprio la posizione in cui chiude Martin, che in pochi istanti vede il ritardo in classifica da Pecco salire da 4 a 27 punti. Poi il meteo cancella la Sprint Race del sabato, e lo spagnolo lascia l’Australia con la consapevolezza di aver sprecato un’occasione d’oro. Nel weekend più lungo dell’anno.

Credito fotografico: Ferrari, Ducati

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