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Cronaca, Cultura

Addio Bonus Cultura, arriva la Carta della Cultura

01.11.2023

Ottobre ha rappresentato, tra le altre cose, il mese in cui l’Italia ha definitivamente esaurito i fondi che il governo Draghi aveva stanziato per il “Bonus Cultura”, misura che quindi ha cessato di esistere.

Era una cifra di 500 euro destinata a tutti gli italiani nel loro 18esimo anno d’età, e che dava accesso ad acquisti mirati. Al suo posto due misure, con sostanziali differenze. Introdotta ben prima (era il 2016), di fatto sparirà anche se il suo originario funzionamento sarà in qualche modo riformato. Vediamo di capire come.
Il Bonus Cultura ha una storia, come detto, di sette anni: introdotto dal governo Renzi, rappresentava un sussidio di 500 euro che lo Stato metteva a disposizione di tutti i cittadini italiani nel corso del loro 18esimo anno di vita. Soldi utilizzabili per una serie di acquisti mirati: iscrizione a corsi di formazione, abbonamenti per quotidiani o riviste culturali, acquisto di libri, accesso a musei, teatri e anche concerti. Il tutto senza nessuna limitazione dovuta al reddito.

Tale misura era sempre stata rinnovata, ed è successo anche nel 2023. Il Bonus Cultura era infatti presente nella Legge di Bilancio dello scorso anno, che il governo Meloni aveva approvato. Quest’anno, però, non c’è: la conferma arriva dal sito dell’iniziativa, gestito dal ministero della Cultura, dove si può leggere che i fondi sono definitivamente terminati. I nati nel 2004 che ancora non hanno aderito all’iniziativa, quindi, non potranno farlo più.
L’attuale esecutivo non ha però cancellato del tutto i sussidi a favore delle giovani generazioni, o più nello specifico dei neomaggiorenni. Come si può leggere sullo stesso sito del ministero della Cultura, infatti, esistono ora due nuove misure entrambe da 500 euro. Si tratta della Carta della Cultura Giovani e della Carta del Merito. Il loro funzionamento, però, è diverso da quello della precedente iniziativa. Così come cambiano i fondi (inferiori).
La Carta della Cultura Giovani è infatti a disposizione di chi compie gli anni nel corso del 2023 (e cioè gli italiani classe 2005), a condizione però che il proprio nucleo familiare abbia un indicatore Isee inferiore ai 35 mila euro. La Carta del Merito invece non fa distinzioni patrimoniali, ma è destinata solo a coloro che si sono diplomati con 100/100 alla maturità.

Il cambio di rotta è insomma sostanziale, e lo si evince anche dal peso che le due misure hanno per le casse dello Stato. Il Bonus Cultura, nella sua ultimissima edizione, ha infatti previsto risorse per 230 milioni di euro. Inferiore invece l’investimento sui diciottenni da parte del governo Meloni, che per le due nuove iniziative ha stanziato complessivamente 190 milioni di euro all’anno a partire dal 2024. Una cifra che peraltro potrebbe anche essere soggetta a rettifica entro il 31 dicembre, data ultima prima dell’approvazione della legge di bilancio. Resta il fatto che la platea a cui è destinato il sussidio si è drasticamente ridotta. Anche soltanto introducendo dei criteri di selezione, che dal 2016 al 2023 erano stati completamente assenti. Nonostante i diversi esecutivi che da allora si erano susseguiti.

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