26 Dicembre 2024
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Cronaca, Politica

Stati generali della strumentalizzazione

04.03.2024

Sui fatti di Pisa e sulle manganellate le immagini televisive sono apparse chiare e ci hanno riportato a un’Italia, quella della contrapposizione tra forze dell’ordine e manifestanti, che pensavamo potesse costituire uno sgradevole ricordo. Inevitabile, il monito del Presidente della Repubblica e il richiamo alle forze dell’ordine di non utilizzare la forza nei confronti dei manifestanti. Da quel momento in poi, attraverso un meccanismo di strumentalizzazione delle parole di Mattarella, è stato scritto di tutto e di più. Da un lato la frenesia di mettere al rogo i poliziotti, plasticamente rappresentata dalle parole della consigliera regionale “grillina” della toscana, Silvia Noferi, la quale, intervenuta in un dibattito su due mozioni relative agli accadimenti delle manifestazioni pro-Palestina ha dichiarato, in riferimento alle forze dell’ordine: «avranno pure preso degli sputi, ma io dico che forse se li sono anche meritati, questo è il minimo perché c’è una bella differenza fra uno sputo e una manganellata cari ragazzi di destra».

Parole successivamente ritrattate dalla diretta interessata e stigmatizzate dallo stesso Giuseppe Conte, in seguito alle polemiche del centrodestra. Dall’altro, la volontà di accusare i manifestanti, come si evince dalle parole di Edoardo Ziello, trentunenne deputato della Lega secondo cui: «i manganelli esprimono il fallimento educativo dei genitori e degli insegnanti degli studenti che hanno cercato lo scontro con la polizia». Si tratta di posizioni che, seppur opposte, evidenziano un dato comune: la mancanza di volontà di attendere l’esito degli accertamenti da parte delle competenti autorità, al fine di verificare se vi siano stati funzionari infedeli oppure infiltrazioni che, come spesso avviene nei cortei, in qualche modo abbiano voluto disattendere gli ordini dati dall’autorità.

Una nota giornalista televisiva di La7 ha addirittura evidenziato che questo governo non garantisce ai giovani il lavoro, ma solo le manganellate. Si tratta di affermazioni che, oltre a sfiorare il senso del ridicolo, testimoniano come, nella società in cui viviamo, per raccontare i fatti c’è sempre più bisogno di ricorrere al sensazionalismo, alla generalizzazione e alla strumentalizzazione politica. In questo modo, il rischio è quello di mettere in discussione la credibilità dell’operato dell’ordine preposte alla tutela dell’ordine pubblico nell’interesse di tutti i cittadini. Infatti, dopo l’ondata di fango che alcuni organi dell’informazione, di una parte della magistratura e della opposizione politica hanno gettato sulla Polizia di Stato a seguito dei fatti di Pisa, nei giorni successivi un gruppo di violenti ha preso d’assalto una pattuglia per liberare un extracomunitario che doveva essere condotto in un CPR a Torino. Da qui le giuste affermazioni della Meloni sulla necessità di non togliere il sostegno alle forze di Polizia, la cui attività deve, però, essere tutelata al di fuori di ogni strumentalizzazione politica in considerazione delle enormi difficoltà, delle carenze organiche e di personale con cui quotidianamente si confronta e che prescindono dai singoli episodi.
In conclusione, chi sbaglia paga è un principio che deve valere per tutti, perché in questo modo consente di garantire ai nostri giovani la possibilità di manifestare liberamente le proprie idee nella piena osservanza delle regole e del rispetto degli ordini impartiti.

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