19.03.2024
Carestia imminente se Israele prosegue guerra
Roma, 19 mar. (askanews) – I nuovi dati pubblicati ieri sulla fame a Gaza evidenziano come la carestia sia imminente nel nord della Striscia. Un destino che sembra inevitabile se Israele proseguirà la guerra, limitando l’accesso agli aiuti umanitari.
È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, in risposta al nuovo report sullo stato dell’insicurezza alimentare nella Striscia, promosso da un network di 19 attori agenzie e istituzioni intergovernative, di cui Oxfam fa parte.
“Questo nuovo rapporto mostra che i livelli catastrofici di fame a Gaza sono i più alti mai registrati sulla scala di Classificazione Integrata delle Fasi della Sicurezza Alimentare (IPC), sia in termini di numero di persone colpite che in percentuale sulla popolazione totale. – sottolinea Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Mai prima d’ora abbiamo assistito all’evolversi di una situazione tanto grave nel giro di poco tempo. Tra pochi giorni la popolazione nel nord di Gaza si troverà ad affrontare una vera e propria carestia, situazione che si presenterà anche al sud molto presto senza un cessate il fuoco e una risposta umanitaria adeguata. Molti bambini stanno già morendo di fame mentre la comunità internazionale resta inerte. Intanto da dicembre, il numero di persone sull’orlo della carestia è quasi raddoppiato”.
“Le responsabilità di questa situazione sono da attribuire a Israele che continua a non consentire l’ingresso a Gaza di cibo e altri beni essenziali alla sopravvivenza – continua Pezzati – Ormai da 5 mesi la fame viene usata come arma di guerra, mentre paradossalmente le condizioni sono ulteriormente peggiorate da quando la Corte Internazionale di giustizia dell’Aia ha ordinato a Israele di consentire l’intervento umanitario. La portata della catastrofe umanitaria in corso è tale da rappresentare un rischio reale di genocidio”.
“Non possiamo aspettare una dichiarazione di carestia per fermare queste atrocità, da subito è fondamentale aumentare le operazioni umanitarie. – ha concluso Pezzati – Israele non può affamare e bombardare Gaza per trovare una soluzione. Solo un immediato cessate il fuoco permanente e una soluzione politica, che preveda la fine dell’occupazione e il rilascio di tutti gli ostaggi e prigionieri detenuti illegalmente, possono portare a una pace duratura e giusta sia per i palestinesi che per gli israeliani”.
La risposta di Oxfam a Gaza Oxfam è intervenuta tempestivamente dopo l’inizio dell’offensiva nella Striscia, seguita agli attentati del 7 ottobre, per rispondere agli enormi e crescenti bisogni della popolazione. Un lavoro quotidiano che ha consentito di raggiungere oltre 250 mila persone, di cui 120 mila bambini, nelle zone più colpite. Vitale è stata la distribuzione di acqua pulita e cibo, o di coperte e abiti caldi per affrontare l’inverno. Nei campi profughi sono stati installati servizi igienici, mentre a Rafah è stato possibile avviare 11 impianti di desalinizzazione a energia solare, di cui 5 già operanti, per garantire acqua pulita a 25 mila sfollati costretti a sopravvivere in condizioni sempre più critiche.