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Ambiente, Cronaca, Sostenibilità

L’Ue approva, abiteremo case green

25.04.2024

È stata approvata al Consiglio Ecofin la “Direttiva Case Green” con l’obiettivo di avviare un cambiamento radicale nell’efficienza energetica degli edifici Ue entro il 2050. La questione dei costi spinge l’Italia a votare contro. Si prospettano spese di quasi 270 miliardi.

Con i pareri contrari di Italia e Ungheria e con Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia astenute, il 12 aprile i ministri europei riuniti al Consiglio Ecofin hanno dato il via libera definitivo alla Direttiva Case Green, confermando l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo lo scorso dicembre. Ora la disposizione sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione, dopo di che ciascuno Stato membro avrà due anni di tempo per adeguarsi.

In breve, la direttiva mira a ridurre le emissioni di gas serra degli edifici dell’Ue entro il 2050 e, per arrivare a questo traguardo, è richiesto un cambiamento radicale nell’efficienza energetica, con standard minimi per gli edifici esistenti e il 16% di quelli meno efficienti da migliorare entro il 2030, per arrivare al 26% entro il 2033, raggiungendo il 20-22% complessivo entro il 2035. Ancora, tra gli obblighi l’installazione di pannelli solari sui nuovi edifici pubblici non residenziali: un vincolo, questo, che entrerà progressivamente tra il 2026 e il 2030.

La questione dei costi (uno dei principali aspetti per cui l’Italia ha votato contro l’approvazione, con il Ministro Giorgetti che ha fatto riferimento al Superbonus e al suo impatto sui conti pubblici, con pochi beneficiari ma a spese di tutti gli italiani), però, è ancora da chiarire e determinare con precisioni le spese per le famiglie è al momento impossibile. Tuttavia, secondo le stime di Unimpresa, la spesa totale per il Paese potrebbe aggirarsi intorno ai 270 miliardi, calcolando un investimento che oscilla tra i 20-50mila euro per ciascun immobile. Per fronteggiare questi costi, però, non sono previsti finanziamenti specifici, anche se i Paesi potranno attingere ai fondi dell’Ue come il Fondo Speciale per il Clima, il Recovery Fund e i Fondi di Sviluppo Regionale.

Secondo Fillea Cgil, in Italia saranno riqualificati oltre 500.000 edifici pubblici e oltre 5 milioni di privati nei prossimi anni, con una riduzione del 55% dei consumi: «le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa». Oltre a ridurre le emissioni, la nuova direttiva porterà con sé benefici tangibili per i cittadini: una casa meglio isolata e più performante si traduce infatti in risparmio in bolletta. Stando al rapporto di Cresme, Fondazione Symbola, Ance e European Climate Foundation, scalando di sole 2 classi energetiche si riduce in media del 40% la bolletta di una famiglia. Inoltre, un secondo aspetto non trascurabile riguarda la crescita del valore degli immobili: in media, sempre secondo il report, un’abitazione ristrutturata vale il 44,3% in più di una da ristrutturare. Dunque, con la Direttiva Case Green si arriva (forse) a un punto di svolta nella lotta al cambiamento climatico: con un impegno collettivo e un focus su innovazione ed efficienza, l’Ue si prepara a costruire un futuro più verde.

 

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