27.05.2024
Sarà un’incognita capire come si comporteranno i nostri giovani alle europee. Secondo Eurobarometro, il 67% andrà a votare, ma la reale tendenza conferma un calo nelle partecipazioni sotto il 50% negli ultimi appuntamenti elettorali. Unica certezza è il loro amore per l’ambiente. Analisi e numeri.
È un risultato che va in controtendenza quello del sondaggio condotto da Eurobarometro, secondo cui 2 under 30 italiani su 3 (il 67% circa) andranno votare alle elezioni europee di giugno. Infatti, stando allo storico delle ultime due tornate elettorali per rinnovare il Parlamento europeo, il trend è in decrescita: nel 2019 poco più della metà degli aventi diritto al voto (il 54,5%) si recarono alle urne, registrando una carenza nell’affluenza del 4% rispetto al 2014. E poi il dato territoriale e anagrafico: alle politiche del 2022 il 42,7% dei giovani tra i 18 e i 34 anni hanno optato per l’astensionismo. Ma, più in generale, si è registrato un forte calo della partecipazione, che se fino a 50 anni fa superava l’80%, negli ultimi appuntamenti elettorali è scesa sotto il 50%. Dunque, perché questa inversione di rotta (almeno su carta)?
L’ambientalismo sembra essere un tema chiave per i giovani italiani: nello specifico, il 26% degli intervistati ha dichiarato di voler approfondire questo aspetto nei vari programmi elettorali, mentre il 44% vorrebbe che la sostenibilità fosse un impegno prioritario dei candidati. Insomma, l’interesse verso le politiche ecologiche è forte, e non sembra essere solo un argomento di facciata. In questo senso, il 30% degli intervistati si è detto disposto a cercare un lavoro nel settore ecologico, e quasi il 48% si mostra interessato verso tali opportunità. Ancora, priorità assoluta per il 33% dei giovani è difendere la pace, al pari della lotta all’esclusione sociale e della creazione di posti di lavoro. Dati, questi, che riflettono una fiducia limitata nella classe politica nazionale e una forte aspettativa verso l’Unione europea.
Ma è un’affezione, quella verso le tematiche ambientali, che non è certo una novità: basti pensare, per esempio, a quanti giovani hanno partecipato e partecipano tutt’oggi alle iniziative e alle proteste legate all’ambientalismo, come il Friday For Future o le proteste che fanno più discutere portate avanti da Ultima Generazione. O, ancora, al dato emerso dalla recente indagine Eures, secondo cui la cultura della sostenibilità è diffusa soprattutto tra i giovani. Nessuna sorpresa, dunque.
Per vedere il sondaggio confermato o smentito, però, bisognerà aspettare ancora qualche settimana, dopo di che dovranno necessariamente seguire alcune riflessioni. Perché se il dato sarà positivo, significherà che quando i temi fanno presa sui giovani elettori una risposta c’è. Ma se a vincere sarà di nuovo l’astensionismo, allora bisognerà chiedersi perché, armarsi di ago e filo e iniziare a capire da dove cominciare a ricucire la terribile ferita della disillusione giovanile nei confronti della politica, sia europea che nazionale.