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Cronaca, Spettacolo

Il cinema protesta

07.06.2024

“Credevamo in una ripartenza. Non è stato così”. Il comparto cinematografico italiano arresta le sue attività per il blocco del tax credit e i ritardi normativi riguardo i finanziamenti al settore cine-audiovisivo. Parola al Presidente dell’Associazione AIARSE.

Quelle primaverili ed estive sono le stagioni migliori per svolgere le riprese di una produzione cinematografica, ma quest’anno tutto è bloccato. Le condizioni economiche in cui riversa tutta l’industria cine-audiovisiva non sono favorevoli, provocando una situazione di stallo nelle produzioni: si stima che il 60% degli addetti e delle addette sia senza lavoro da molti mesi e senza prospettive future. Con queste premesse, lo scorso 4 giugno si sono svolte delle mobilitazioni nelle piazze di Roma, Palermo e Torino, tre città che, insieme a Napoli e Milano, rappresentano i principali centri produttivi sul territorio italiano. I manifestanti si riconoscono sotto lo slogan Siamo ai titoli di coda, che è anche il nome del Comitato organizzatore delle mobilitazioni, sorto da poche settimane su iniziativa di Ciro Scognamiglio, aiuto regista e Presidente dell’Associazione AIARSE, Dario Indelicato, documentarista e film editor, e Melina Ormando, arredatrice.

A Roma, il raduno è iniziato alle 10 in Piazza Santi Apostoli e hanno partecipato oltre un migliaio di persone, appartenenti a tutte le categorie del comparto cine-audiovisivo, come registi, tecnici, assistenti di produzione, truccatori, costumisti, etc. Una piccola delegazione di rappresentanti si è poi spostata al Ministero della Cultura, dove ha ottenuto un incontro con Stefano Lanna, Dirigente di Gabinetto della Segreteria del Ministro Gennaro Sangiuliano. Le richieste presentante durante l’incontro, e che hanno originato la manifestazione stessa, hanno riguardato principalmente il blocco del tax credit, un’importante agevolazione fiscale per le imprese del comparto, e i ritardi nella pubblicazione dei decreti attuativi, necessari per ricevere i finanziamenti per i prodotti cine-audiovisivi.

Questi ritardi provocano rallentamenti e interruzioni delle attività produttive e se i decreti saranno emanati a settembre, o dopo, il rischio è che le produzioni slittino alla prossima primavera. A fronte di queste problematiche, i manifestanti hanno richiesto sostegno economico e maggiore tutela in termini burocratici e legali per tutti i lavoratori e le lavoratrici del cinema. Quanto emerso dall’incontro con Lanna è che le ragioni di tali ritardi, come riportato nel comunicato stampa diffuso dal Comitato, sono legate a una riorganizzazione dell’Organigramma del Ministero, voluta dal Ministro Sangiuliano e che sta influenzando la gestione ordinaria delle attività, tra cui l’emissione dei decreti per il settore cine-audiovisivo. Non è ancora possibile stabilire quali saranno le tempistiche tecniche necessarie per le pubblicazioni.

«È la prima manifestazione pubblica che facciamo. Abbiamo atteso in questi mesi perché venivamo da un periodo di grande lavoro e ci aspettavamo una flessione nelle produzioni, ma credevamo in una ripartenza. Non è stato così». ha spiegato Scognamiglio. «In questo momento si stanno girando principalmente prodotti televisivi perché dipendono meno dal tax credit, ma i grandi e i piccoli produttori del cinema sono quasi tutti fermi. Dal Ministero ci è stata dimostrata molta disponibilità sia a intavolare un dialogo risolutivo, sia a farsi portavoce anche verso gli altri ministeri coinvolti nelle nostre richieste».

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