31 Gennaio 2025
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Cronaca, Politica, Sicurezza, Società

Parte il Piano dei piani sui tempi di accoglienza

17.06.2024

Inizia la fase d’attuazione del Piano europeo approvato il 10 aprile su migrazione e asilo. Nessuna solidarietà comunitaria nella gestione dei flussi alle frontiere se il sistema di dattiloscopia europea non sarà pronto in tempo. Ogni Stato è tenuto a stabilire un piano di attuazione nazionale entro il 12 dicembre 2024.

C’è una crisi, quella migratoria, che l’Europa si trova ad affrontare insieme ai grandi cambiamenti della nostra epoca. Una crisi sfidante, ma che necessita di umanità, empatia e un sistema legislativo e giudiziario che funzioni. Sono, infatti, migliaia gli uomini, le donne e i bambini che intraprendono viaggi pericolosi in cerca di sicurezza, dignità e opportunità, spesso per fuggire da conflitti, persecuzioni e povertà estrema: solo nel 2023, secondo i dati Etias, sono stati oltre 330.000. Ma questi individui non sono solo statistiche o notizie di cronaca – come una parte delle politiche cerca di dipingerli –, ma persone con storie, speranze e sogni. E proprio per far fronte a questa complessa crisi, il Parlamento europeo aveva votato il 10 aprile scorso a favore delle nuove norme sulla migrazione, adottate poi formalmente a maggio ed entrate ufficialmente in vigore l’11 giugno. E adesso si prepara alla fase di attuazione, che durerà 2 anni, con il Patto che sarà completamente operativo entro il 12 giugno 2026. O almeno, questi sono i propositi.

Un piano, quello su migrazione e asilo, che, come ha dichiarato la Commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, vuole fare la differenza sul campo. E per farlo è necessario che tutte le linee guida siano implementate in modo interdipendente per garantirne il corretto funzionamento. Una sinergia senza la quale il Patto rischia di non funzionare come dovrebbe: ad esempio, un buon sistema di accoglienza rischia il sovraccarico se le procedure non vengono eseguite tempestivamente o se i beneficiari di protezione internazionale rimangono troppo a lungo negli alloggi destinati ai richiedenti. O ancora, la solidarietà, la responsabilità e il nuovo sistema di gestione dei flussi alle frontiere esterne dell’Ue non potranno essere operativi se Eurodac (il sistema di dattiloscopia europea) non sarà pronto per tempo.

Insomma, i Ventisette dovranno lavorare bene, insieme e farlo entro le tempistiche fissate: ogni Stato dovrà stabilire un piano di attuazione nazionale entro il 12 dicembre 2024, e presentarne le bozze già entro ottobre di quest’anno. E, siccome ogni Paese membro affronta sfide diverse e si trova in punti di partenza differenti, i piani nazionali dovranno includere il tracciamento di una mappa della situazione attuale, che comprenda contesto nazionale, quadro legislativo e pratiche amministrative vigenti. Dunque, il Patto migrazione e asilo segna un passo importante per affrontare in modo efficace ed equo questa crisi che genera tensioni sociali all’interno di vari Paesi, lavorando a un sistema capace di offrire una nuova speranza a chi bussa alle sue porte in cerca di un futuro migliore.

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