21 Novembre 2024
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Cultura, Scienza e tecnologia

L’Italia guarda al quantum computing

L’Italia punta all’industrializzazione nel settore delle tecnologie quantistiche in grado di progettare e simulare efficienti approssimazioni. Se i mutamenti in atto potranno evolvere i processi di sviluppo, occorrerà colmare lo spazio bianco tra potenziale e realizzazione attraverso la riqualificazione dei professionisti che se ne occupano.

Il Quantum computing è una tecnologia che non si basa più sulle leggi della fisica e della teoria dell’informazione tradizionale, in grado di codificare informazioni su “qubit”, con tutte le combinazioni possibili tra 0 e 1, anziché su “bit”. Si tratta di una rivoluzione tecnologica resa possibile da un tipo di computazione che, per via della sua complessità, non si può effettuare con un computer classico e che aiuterà a capire quello che fino ad oggi non eravamo in grado di comprendere. Sarà più facile, come spiegano gli esperti, trovare strutture in un insieme di dati complessi, compiere scelte fra le tante possibili, simulare senza troppa approssimazione, progettare, ad esempio, nuovi farmaci.

Più della metà delle aziende italiane non conosce questa realtà, ma anche l’Italia punta all’industrializzazione in questo settore, inserito a pieno titolo nelle strategie governative degli investimenti in pubblica ricerca. Le tecnologie quantistiche e la computazione quantistica, con imprese italiane ancora embrionali rispetto ad altri Paesi, ma con significative opportunità di crescita, avranno un impatto sul comparto economico ed occupazionale del futuro. Cambiamenti che apriranno l’orizzonte a nuove occasioni d’impiego e che richiederanno, strada facendo, risposte sensate in termini di formazione accademica e professionale. Tra i professionisti indispensabili per lo sviluppo dell’ecosistema italiano su queste tecnologie vi sono gli ingegneri del quantum hardware e gli specialisti che dovranno sviluppare il software quantistico con un approccio completamente diverso rispetto a quello attuale. Il mondo della formazione si sta già muovendo, come ha annunciato a Nature Marina Natalucci, Direttrice dell’Osservatorio del Politecnico di Milano su Computazione e Comunicazione quantistica, anche per la riqualificazione di occupati che le nostre aziende già possiedono. Se i mutamenti in atto potranno evolvere i processi di sviluppo industriale, occorrerà essere “precompetitivi”, grazie alla collaborazione tra imprese e mondo accademico e a ricerche che coinvolgano la comunità scientifica, i centri di ricerca, le istituzioni, il mondo imprenditoriale e tutti gli attori interessati.

In Italia, ha spiegato Natalucci, sono state attivate, grazie al PNRR, due iniziative pubbliche sul tema. Una è il Centro nazionale su Supercalcolo, HPC, BigData e Quantum computing che ha un budget complessivo di 320 milioni di euro, di cui 30 stanziati sul quantum. Inoltre, il partenariato sulle tecnologie quantistiche, che ha 116 milioni di euro di budget stanziati sulla ricerca, fondamentale su tutte le tecnologie quantistiche. Tutti investimenti che potranno agevolare il settore privato. Sarà determinante anche il ruolo della comunicazione. Nel mondo sono già nate reti di esperti internazionali che, con approccio interdisciplinare, esplorano la comprensione delle “pratiche” dell’informatica quantistica nei vari settori per colmare lo spazio bianco tra potenziale e realizzazione.

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