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Cosa vogliono le Big Tech dai più giovani?

21.08.2024

Google e Meta intendono portare Instagram su YouTube per competere con Tik Tok. Il progetto segreto potrebbe violare le normative sulla protezione dei minori online, che Zuckerberg per ora preferisce definire “utenti sconosciuti”. Il Financial Times indaga, gli USA propongono il Kids Online Safety Act.

Forse voi pensate che Mark Zuckerberg sia un manager spietato, ma vi state sbagliando: di più. Oppure pensate che Google non abbia mai limite nella ricerca della ricchezza, ma anche in questo caso siete in errore. Per difetto. Insomma: a cosa potremmo mai credere dopo aver letto l’articolo del Financial Times che denuncia l’ultima spericolata azione delle Big Tech che governano il mondo? Appunto: che forse è arrivato il punto di tirare un freno, o quantomeno ragionare su in quali mani ci siamo messi.
Google e Meta, secondo l’indiscrezione dell’FT, hanno collaborato segretamente a un progetto di marketing per promuovere Instagram su YouTube, puntando a un pubblico di teenager. Ovvero facendo il contrario di quanto avevano affermato (Zuck lo ha giurato al Congresso americano).
Il Financial Times ha rivelato che entrambe le aziende hanno scelto di mantenere riservata la partnership, poiché il progetto potrebbe violare le normative sulla protezione dei minori online. Meta ha selezionato un gruppo di utenti definiti come “sconosciuti” per il test, e Google, consapevole degli obiettivi della ricerca, ha adottato misure per garantire la segretezza del progetto, in quanto la personalizzazione degli annunci pubblicitari per i minori è (o sarebbe) contraria alla sua politica aziendale.
La collaborazione, che include l’agenzia Spark Foundry, è stata avviata nel 2023, prima che il capo di Facebook e dintorni chiedesse scusa per gli abusi subiti da minori sulle piattaforme di Meta. Ma l’obiettivo di Meta è stato invece proprio quello di attrarre un maggior numero di utenti, soprattutto della Gen Z, per competere con TikTok, mentre Google mira invece a ottenere inserzioni pubblicitarie di alto rendimento sui suoi canali. Il test ha avuto inizio in Canada a febbraio ed è stato esteso agli Stati Uniti a maggio: secondo il Financial Times, il progetto però è stato poi recentemente annullato, forse perché qualcuno ha subodorato qualcosa.

Contattata dal quotidiano Usa, Google ha promesso un’indagine interna (chi la farà?) e ha annunciato ulteriori misure per evitare che i venditori aiutino gli inserzionisti a eludere queste regole. Meta, dal canto suo, ha affermato che la selezione di un pubblico “sconosciuto” non viola necessariamente le norme, ma non ha risposto alla domanda se il personale fosse consapevole che il gruppo fosse composto in gran parte da adolescenti. Insomma: entrambe hanno mandato – come si dice – la palla in tribuna.
Nel contesto della crescente attenzione alla sicurezza dei minori online, negli Stati Uniti è stato proposto il Kids Online Safety Act (KOSA), una legge bipartisan che mira a rafforzare la protezione dei minori su internet. La senatrice Marsha Blackburn ha sottolineato l’importanza di approvare definitivamente il KOSA, affermando che le grandi aziende tecnologiche, come quelle della Silicon Valley, tendono a dare priorità ai profitti piuttosto che alla sicurezza dei minori. Non è però notizia di oggi e non è neanche più una notizia: ora ci sono le prove.

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