22 Dicembre 2024
Milano, 1°

Cronaca, Salute, Sanità, Società

L’adozione prende nuova forma

Il tumore non è più una condanna. Gli ex pazienti oncologici avranno il diritto di adottare un bambino. Il via libera è stato sancito dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del terzo decreto attuativo relativo alla legge sull’oblio oncologico.

Le persone guarite da un tumore, proprio a causa di questa condizione, non erano considerate idonee per l’adozione: ora basterà presentare al tribunale un certificato dell’azienda sanitaria che attesti la sussistenza delle condizioni necessarie allo stesso oblio, per poter avviare le pratiche (ferme restando tutte le altre condizioni necessarie).
Con “diritto all’oblio oncologico” si intende il diritto di coloro che sono guariti da un tumore, di non fare menzione dell’esperienza né subire indagini riguardo alla malattia pregressa, quando il tempo trascorso e le condizioni di salute non la rendono più rilevante.
Fino all’approvazione della legge, chi era stato in passato in cura per un cancro aveva il dovere di comunicarlo al momento di accedere ad esempio a servizi bancari o assicurativi, e l’adozione di un figlio era preclusa. Ora non sarà più necessario dichiarare la propria storia clinica, a patto che alla data della richiesta il trattamento della patologia si sia concluso da più di 10 anni senza episodi di recidiva (o dopo 5 anni nel caso sia insorta prima dei 21 anni). La legge è entrata in vigore a gennaio 2024, ma solo negli scorsi giorni è stato pubblicato il decreto attuativo che disciplina il procedimento per le adozioni.
Per quanto riguarda la possibilità di adottare, e a differenza di tutti gli altri ambiti, è necessario che l’ex paziente oncologico presenti un certificato che attesti l’inizio dell’oblio oncologico. È giusto, in questo caso, che si richieda un certificato che provi che la persona è nell’oblio oncologico» spiega Francesco Perrone, presidente dell’Associazione di italiana di oncologia medica (Aiom). «Nel caso dell’adozione, infatti, ci sono due diritti da tutelare: quello all’oblio da parte dell’ex paziente e il diritto alla tutela per il minore che viene adottato».

Come spiegano gli esperti, a oggi il tumore non è più una condanna a morte ma una malattia dalla quale “si può guarire”. Secondo dati recenti, ci sono in Italia circa 3,6 milioni di persone che hanno avuto una diagnosi di tumore e circa un milione di queste può essere considerato guarito. Si stima che i sopravvissuti a una diagnosi di cancro aumentino di circa il 3% all’anno nel nostro Paese. Per tutti loro, è opportuno che esistano leggi adeguate, che riconoscano la guarigione non solo a livello clinico ma anche su un piano sociale.
Con la legge sull’oblio oncologico, l’Italia si allinea ai pochi altri Paesi europei che hanno una legislazione in merito. A fare da apripista è stata la Francia una decina di anni fa, seguita da Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Portogallo. Come giustamente sottolinea il Presidente dell’Aiom, quella sull’oblio oncologico è «una legge di civiltà che ha l’obiettivo di eliminare ogni discriminazione rispetto agli ex pazienti oncologici, anche rispetto al diritto all’adozione».

Condividi