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Cronaca, Economia

L’economia italiana tra “palco” e realtà

08.10.2024

Boom dell’export? Alcuni dati contraddittori sul benessere della nostra economia dicono il contrario. In primis Confindustria, che tramite il proprio Centro Studi ha tracciato a settembre un quadro decisamente meno luminoso, mentre, a livello mondiale, il commercio dei beni nello stesso periodo è cresciuto a dismisura. Il focus.

Uno degli aspetti che meglio aiutano a inquadrare lo stato di salute di un Paese è quello delle esportazioni, soprattutto se si analizza una delle prime economie a livello mondiale come l’Italia. Ebbene: il nostro export è al centro di diversi studi e analisi, soprattutto a causa del periodo storico che stiamo vivendo (post Covid e con gli apertissimi fronti bellici in Ucraina e a Gaza) e tutte le conseguenze socioeconomiche che porta (shock energetici, rottura delle catene di fornitura, aumento del costo della vita, inflazione). Il risultato sono numeri e soprattutto previsioni spesso in aperta contraddizione tra loro.

Il mese di settembre si è concluso con due importanti tavoli di studio, che hanno prodotto entrambi lo stesso risultato: l’export italiano sta bene, se non addirittura molto bene. Se n’è parlato per esempio al Quinto Made in Italy Summit, organizzato da Sole 24 Ore, Financial Times e Sky TG24. Qui si è evidenziato come l’Italia abbia raggiunto i 625 miliardi di euro di export nel 2023, con un notevole +30% rispetto al 2019. Ossia l’ultimo anno non contrassegnato dalle crisi di cui sopra (tra gennaio e marzo 2020 esplose la pandemia).
Il summit ha definito l’Italia un Paese con “eccellenze produttive”, in cui le imprese «hanno dimostrato una capacità di reazione che ha permesso al Paese, fanalino di coda nella crescita Ue prima del Covid, di tenere meglio degli altri big europei nel difficile contesto economico attuale, grazie soprattutto al contributo delle esportazioni». Questo potrebbe generare a fine anno 100 miliardi di avanzo positivo per la bilancia commerciale nazionale, che solo 15 anni fa aveva addirittura un saldo negativo.

Argomenti analoghi sono stati trattati più o meno negli stessi giorni alla 87a Fiera del Levante, in un panel organizzato dal Forum Italiano dell’Export in collaborazione con Regione Puglia e Camera di Commercio di Bari. E qui i toni si sono rivelati financo più trionfalistici, descrivendo l’Italia come unico Paese tra le prime economie del mondo ad aumentare il proprio export nei primi 7 mesi del 2024. Peraltro, in un momento di generale rallentamento per il mercato globale, tanto da rendere il nostro Paese il quarto esportatore al mondo con uno storico e inedito sorpasso ai danni del Giappone.

Peccato che tutto questo ottimismo non sia condiviso da tutti. A partire da Confindustria, che tramite il proprio Centro Studi ha tracciato a settembre un quadro decisamente meno luminoso. Per il terzo trimestre si parla, infatti, di un calo dell’inflazione e una ripresa per l’industria, ma anche di minore crescita nei servizi e di un export, che a sua volta perde quota. In particolare, si evidenzia un calo nel 2° trimestre (-1,8% i beni, -0,3% i servizi; in volume), condiviso con i mercati Ue (-2,1%), pur su livelli ben sopra il pre-Covid (+7,1% i beni, +18,4% i servizi). A livello mondiale, invece, il commercio di beni nello stesso periodo è salito. A sostenerlo sono soprattutto gli scambi cinesi. Tutti elementi che suggeriscono grande cautela, sia nelle previsioni ottimistiche che in quelle pessimistiche.

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