20.10.2024
Oltre 17,6 mln i bambini nati affamati nel mondo, un incremento del 15% rispetto a un decennio fa. La povertà alimentare riguarda anche l’Italia con numeri che hanno raggiunto i 5 mln nel 2023. Incentivare gli aiuti alimentari resta una misura necessaria, ma non sufficiente. Dati e approfondimento.
Sono numeri impressionanti quelli che raccontano la povertà alimentare. Nel 2023, secondo le ultime indagini di Save The Children, nel mondo sono stati oltre 17,6 milioni i bambini nati in condizione di fame, registrando un incremento del 15% rispetto a un decennio fa. E, ampliando lo sguardo, secondo i dati Onu, tra minori e adulti, sono 773 milioni a soffrire la fame a causa di guerre, cambiamenti climatici e crisi economiche. 2,8 miliardi, invece, le persone che non possono permettersi una corretta alimentazione.
Numeri e temi, questi, che nell’immaginario comune percepiamo come lontani, propri di un mondo che non ci appartiene. Eppure, l’ultimo rapporto di ActionAid racconta di una realtà diversa, che ci riguarda da vicino. La povertà alimentare, infatti, è tornata a crescere anche in Italia e nel 2023 ha coinvolto quasi 5 milioni di italiani.
Complici la crisi economica post-pandemica e quella derivata dello scoppio del conflitto russo-ucraino, e complice anche l’insufficienza delle politiche sociali adottate per contrastare il fenomeno, il potere d’acquisto degli italiani si è eroso, rendendo le famiglie più vulnerabili. Famiglie che, sempre più spesso, si trovano impossibilitate a fare un pasto completo con carne o pesce (o equivalente vegetariano) almeno una volta ogni due giorni.
Un fenomeno, quello della deprivazione alimentare materiale, cresciuto di circa 500 mila unità rispetto al 2022. E, di pari passo, sono cresciuti i numeri sulla deprivazione sociale, che, se nel 2022 si attestava al 4,8%, nel 2023 è cresciuta al 5,8%, con sempre più italiani che non possono permettersi di mangiare fuori casa con amici o parenti almeno una volta al mese.
Sebbene manchi un monitoraggio strutturato sulla povertà alimentare nel nostro Paese, a confermare lo scenario ci sono anche i dati sugli aiuti FEAD, Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti: stando ai numeri diffusi dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro, tra il 2019 e il 2023 sono stati quasi 2,9 milioni i beneficiari di questo servizio, registrando un incremento del 40% nell’arco temporale considerato. Aumento che, eccezione fatta per il Friuli-Venezia Giulia, ha riguardato tutto il territorio, anche se con incidenze differenti.
Misure che però sembrano non essere sufficienti: «Sebbene gli aiuti alimentari siano aiutati, soprattutto a seguito della pandemia – ha dichiarato Roberto Sensi, responsabile del Programma Povertà alimentare ActionAid Italia – rimangono una risposta necessaria ma insufficiente. Questo perché, pur affrontando le emergenze, non riescono a risolvere le cause strutturali della povertà alimentare». Dunque serve uno sforzo maggiore. Perché mangiare non dovrebbe essere un lusso, per nessuno. In nessuna parte del mondo.