21.10.2024
Diego De Leo: “Le favole del comunismo” è una storia di autentica resilienza
Roma, 21 ott. (askanews) – Anita Likmeta, con “Le Favole del comunismo”, edito da Marsilio, ha vinto la seconda edizione del premio letterario “Il Libro della Vita”. La premiazione è avvenuta all’interno della Basilica Palladiana, un luogo iconico non solo per Vicenza, ma per il mondo intero.
Patrimonio Unesco e prezioso gioiello palladiano, è stata scelta con forza e passione da Vera Slepoj, stimata e conosciuta psicologa recentemente scomparsa, come palcoscenico della serata finale del Premio Letterario “Il libro della vita” da lei istituito assieme a Diego De Leo, presidente di De Leo Fund.
“Il libro – spiega Diego De Leo, presidente di De Leo Fund – è una storia di autentica resilienza che, in uno stile agile, ironico e asciutto, racconta come sopravvivere a coercizioni e violenze di ogni genere nell’Albania comunista, come resiste alla disgregazione sociale e ricostruirsi una nuova vita nella consapevolezza e nella libertà”.
Antonio Franchini vince invece il premio speciale Vera Slepoj 2024 con il romanzo “Il fuoco che ti porti dentro” pubblicato da Marsilio: “Un raro esempio – prosegue De Leo – di confessione in prima persona, dove la letteratura non serve solo come soccorso terapeutico, ma permette di scavare nel mistero del legame che unisce un figlio alla propria madre, e di elaborare le ragioni di un odio inespiabile prima di conquistare la nobiltà estrema della pietas”.
Secondo classificato Emanuele Trevi con “La casa del mago” (Ponte delle Grazie). L’autore è figlio di Mario Trevi, noto studioso e psicanalista. In questo libro, muovendosi tra autobiografia, riflessioni sul senso dei rapporti e dell’esistenza Trevi offre il suo libro più personale. A giudicare le opere letterarie sono state personalità ed eccellenze italiane legate al mondo della cultura come Mons. Vincenzo Paglia (Presidente onorario), Marina Valensise (Presidente della Giuria), Alessandra Kustermann, Maria Pia Garavaglia, Lamberto Iezzi, Don Renzo Pegoraro, Claudio Cutuli, Vincenzo Pepe e Filippo Scianna.