04.11.2024
Pioggia, riscatto e lezioni di classe sono le parole chiave di un fine settimana folle, ma non decisivo per la F1 e per la MotoGp. I due campioni del mondo alla fine prevalgono: Verstappen a Interlagos, trionfando dopo lunga attesa e una gara da ricordare; e Bagnaia a Sepang, che dimentica la disastrosa Sprint Race e dà spettacolo contro Martin.
Si è consumato un weekend cruciale per il mondo dei motori, anche se non decisivo visto che nulla è ancora scritto su pietra né per la Formula 1, né per la MotoGP. In un anno che però si conferma un vero toccasana per chi coltiva questa passione o vuole trasmetterla ad altri. E ancora una volta le due ruote, prima ancora dell’alba, e le quattro dopo il tramonto, regalano uno show senza pari in quel sottile equilibrio che separa le emozioni dal pericolo, il coraggio dall’incoscienza, l’adrenalina dal puro caos. Con un filo conduttore: i campioni alla fine prevalgono. E vale per Pecco Bagnaia e Jorge Martin a Sepang, come per Charles Leclerc e soprattutto Max Verstappen a Interlagos.
La pista brasiliana dei sobborghi di San Paolo, che nei decenni ha abituato gli appassionati a fine settimana caotici, nel 2024 si è superata. E così dopo le cinque bandiere rosse delle qualifiche, anche in gara succede di tutto. Sin da prima del via, con Stroll insabbiato nel giro di formazione e un ritardo della partenza che rischia addirittura di vanificare la decisione di anticipare il tutto di 90 minuti. Poi ci pensa la pioggia ad esaltare i campioni elevandoli rispetto ai “normali” piloti. Così Verstappen, partito 17esimo per i disastri accumulati nelle ultime settimane, dopo un giro è già decimo. Intanto Norris vanifica un’altra pole position e cede la vetta della gara a Russell: brutto segnale.
L’acqua diventa dunque la grande protagonista della domenica paulista, punendo tra gli altri alcuni dei giovani che stanno strappando applausi in F1 (su tutti Colapinto e Bearman). Ne conseguono Safety Car e bandiere rosse a profusione, fino al momento chiave della giornata. Avviene all’ultima ripartenza, conseguenza del botto di un opaco Sainz: Verstappen, secondo grazie alla sua classe e una strategia indovinata, supera alla prima curva il sorprendente Ocon e nello stesso punto Leclerc infila Russell e Norris in un colpo solo. Con quest’ultimo che, non contento, finisce anche largo e getta alle ortiche altri punti pesantissimi. Piove sul bagnato, verrebbe da dire.
Mancano ancora 26 giri e Verstappen, incredibilmente in testa, ne fa segnare 17 da record. Il modo migliore per tornare alla vittoria dopo dieci gare di astinenza, in una giornata di gloria anche per la derelitta Alpine (Ocon e Gasly secondo e terzo, i francesi salgono da noni a sesti nel mondiale). Leclerc trova il modo di limitare i danni chiudendo quinto davanti a Norris. E la Ferrari resta a -36 dalla McLaren, in un mondiale costruttori ancora apertissimo.
E aperto resta anche il mondiale di MotoGP, con Bagnaia ancora aggrappato alla possibilità di superare in extremis il solidissimo Martin nell’atto conclusivo della stagione a Barcellona. Per Pecco non era facile, dopo l’ennesima disastrosa Sprint Race con cui aveva aperto il fine settimana di Sepang. E la tensione era palpabile, come dimostrato in partenza dall’anomala sportellata rifilata al rivale prima di un brivido ghiacciato: quello vissuto dal mondo intero alla prima variante, con lo scontro tra Quartararo, Binder e soprattutto Miller. Quest’ultimo resta infatti fermo sull’asfalto per qualche infinito secondo dopo il contatto tra il suo casco e la Yamaha del francese. Per fortuna, nessuna conseguenza.
Quando si riparte arrivano tre giri da mostrare a un alieno che, in visita sul nostro pianeta, domandasse «Che cos’è la MotoGP?»: Bagnaia e Martin si superano per la testa della gara almeno cinque volte a vicenda, tra staccate da urlo ed errorini tipici di chi è disposto a tutto per battere l’avversario. Poi è Pecco a involarsi, mentre alle sue spalle in tanti sbagliano e cadono (tra gli altri Morbidelli e un certo Marc Marquez).
Solo nel finale Martin prova a riportarsi sotto, forte di una gomma anteriore in migliori condizioni, ma il rischio di sbagliare e finire a propria volta in ghiaia lo riporta a più miti consigli. Va bene quindi la seconda posizione, tra le Ducati ufficiali di Bastianini terzo e soprattutto Bagnaia primo. E quest’ultimo, ancora a -24, può puntare al miracolo in terra catalana.