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Cronaca, Lavoro

Salvati dal lavoro ibrido

17.11.2024

Nato dall’emergenza Covid, oggi lo smart-working produce benefici considerati sostanziali per il nostro benessere. Il 76% tra coloro che lo hanno sperimentato non è disponibile a tornare in ufficio cinque giorni a settimana. Alti anche i numeri di coloro che si sentono più motivati (76%) o produttivi (74%). L’indagine.

Il lavoro ibrido si è tramutato in pochi anni da soluzione di emergenza, adottata per far fronte alle limitazioni provocate dal Covid, a una nuova realtà dal grande impatto per la vita di tutti. E da cui non si può tornare indietro, anche perché gode di un enorme apprezzamento a livello generale. Un recente studio di International Workplace Group (IWG) ha certificato gli effetti benefici che il lavoro ibrido ha generato in questi anni sulla salute fisica e mentale di oltre mille persone. Ebbene: l’80% del campione sostiene di aver sperimentato miglioramenti significativi sul proprio benessere generale, grazie alla maggiore flessibilità che il loro impiego garantisce.

La percentuale è identica (80%) tra coloro che si ritengono più riposati, il 68% dichiara invece di avere ritmi del sonno più regolari rispetto a prima. Sempre il 68% parla di una salute fisica migliore proprio grazie al lavoro ibrido, il 58% spiega di aver accresciuto la qualità della propria dieta, il 54% riesce a fare più moto e attività fisica di quanto avvenisse in precedenza.
IWG ha aggiunto ulteriori numeri a questi dati. Prima della pandemia, per esempio, un lavoratore dedicava all’esercizio fisico una media di 3,4 ore a settimana: nel frattempo sono diventate 4,7. Anche le ore di sonno sono considerevolmente di più: quasi sei ogni mese, che diventano quindi ben 71 all’anno. Elementi che si traducono in un generale calo dello stress, confermato dal 78% del campione che ha preso parte all’indagine.

Il lavoro ibrido è insomma promosso a pieni voti dai dipendenti, ma anche da chi li sceglie, coordina e gestisce. IWG ha, infatti, consultato anche i leader delle risorse umane, e secondo l’86% di loro il modello ibrido è uno degli aspetti più ricercati e richiesti da chi cerca una nuova occupazione. Altissima, infatti, la percentuale di chi un lavoro già lo ha. Anche l’universo delle HR ne conferma infine i benefici per la salute mentale: lo fa un notevole 88% degli intervistati.
«Il lavoro ibrido produce evidenti vantaggi sia per i dipendenti che per i datori di lavoro – ha evidenziato il CEO di IWG, Mark Dixon. Offre un equilibrio tra ufficio e casa, tra le proprie mansioni e la vita privata. Tutto questo alimenta il benessere dei lavoratori, ma aiuta anche i loro capi ad aumentare la competitività nel reclutamento e nella fidelizzazione di personale di alto livello. Più flessibilità aumenta il sonno, la possibilità di tenersi in forma e di curare la salute, sia fisica che mentale».

A dimostrare tutto questo c’è il fatto che il 76%, tra coloro che hanno sperimentato forme di lavoro ibrido, non si definisce disponibile a tornare in ufficio cinque giorni a settimana. Alti anche i numeri di coloro che si sentono più motivati (76%) o produttivi (74%). Ma, soprattutto, l’85% si definisce più soddisfatto. E quindi, oltre a stare meglio, è in concreto più felice. Non poco, trattandosi a tutti gli effetti del proprio lavoro.

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