5 Febbraio 2025
Milano, 5°

Spettacolo

Danza, la Sergio Bernal Dance Company in tournée un mese in Italia

05.02.2025

Dal 28 febbraio al 29 marzo con Una Noche con Sergio Bernal e SeR

Roma, 5 feb. (askanews) – Il danzatore madrileno Sergio Bernal, protagonista assoluto della danza spagnola, riporta in Italia la sua Sergio Bernal Dance Company in due spettacoli, firmati da lui medesimo insieme a Ricardo Cue: “Una Noche con Sergio Bernal” e “SeR”.

Il pubblico italiano avrà il divo della danza spagnola per un intero mese grazie a una lunga tournée, prodotta da Daniele Cipriani Entertainment, che partirà da Trieste (28 febbraio) e toccherà Modena (1 marzo), Piacenza (2 marzo), Palermo (7, 8, 9, 12, 13, 14, 15 marzo), Barcellona Pozzo di Gotto (16 marzo), Bologna (20, 21 marzo), Roma (27 marzo), Padova (28 marzo), Brescia (29 marzo).

Popolarissimo in patria, Bernal è da tempo una stella internazionale, acclamato nelle ultime settimane sia in Francia che in America (da New York a Los Angeles), dove un pubblico in delirio ha accolto le sue recenti esibizioni. In Italia è da anni il beniamino dei gala Les Étoiles di Daniele Cipriani, nonché di Las Estrellas, e non è raro vederlo come ospite nei più gettonati show televisivi.

Gli spettacoli della Sergio Bernal Dance Company, visionari racconti per quadri – vertiginosi assolo, passi a due e a tre – in cui si fondono diversi stili, raccontano le mille sfaccettature di Sergio Bernal. Caso quasi unico nell’universo della danza, bailaor di flamenco e bailarín classico, di lui si può dire che incarni al contempo i quattro elementi: il fuoco e la terra, che caratterizzano il vigore primordiale della danza iberica, insieme all’aria e l’acqua, ossia l’impalpabilità e la fluidità del balletto classico. Negli spettacoli della Sergio Bernal Dance Company si avverte il forte richiamo della terra dei bailaores, che sembrano volerla penetrare con il loro zapateo, ma anche il desiderio di spiccare il volo verso il cielo dei bailarínes. Ed è in uno spazio indefinibile, posto tra cielo e terra, ricca di interessanti contaminazioni tra diversi stili di danza, che Sergio Bernal, flessuoso come un gatto, scattante come una pantera, esile, magnetico e possente, trova la sua originalissima dimensione.

Insieme a Cristina Cazorla e a Carlos Romero, apprezzati protagonisti sulla scena spagnola, nonché alla ballerina-étoile di formazione accademica, Ana Sophia Scheller (già con il San Francisco Ballet e il Balletto Nazionale dell’Ucraina), Sergio Bernal offrirà tutte le declinazioni della danza iberica, dalle più tradizionali alle più sofisticatamente moderne, con anche momenti di balletto classico.

Presenti a tutte le rappresentazioni saranno il chitarrista Daniel Jurado, il percussionista Javier Valdunciel e la cantaora Paz de Manuel; allo spettacolo SeR, anche l’Orquesta Cruz Diez e il cantante e pianista Antón.

Le coreografie di “Una Noche con Sergio Bernal” e “SeR” portano varie firme: da quella di Bernal stesso, che crea una sua versione dell’iconico Boléro sulle celeberrime note di Maurice Ravel, a quella di Antonio Ruiz Soler (figura così leggendaria da essere conosciuto come “Antonio el Bailarín” o, ancor più semplicemente, “Antonio”), a cui si devono la Farruca del Molinero e Zapateado Sarasate. Ma ci sono anche i riverberi luminosi del balletto classico: oltre a duettare con Ana Sophia Scheller che danza sulle punte, un quasi “desnudo” Bernal interpreta le celebri note di Camille Saint-Saëns in El Cisne, rilettura de La Morte del Cigno, famoso assolo di Anna Pavlova. Si tratta di una coreografia di Ricardo Cue (co-direttore artistico della compagnia al fianco di Bernal), che firma anche El ultimo encuentro sulle note di Hable con ella di Alberto Iglesias (dalla colonna sonora del film omonimo di Pedro Almodóvar) in cui affiorano reminiscenze quasi hollywoodiane.

Il brano SeR, danzato su una canzone di Beyoncé, è invece autobiografico: significa “essere” in spagnolo. Ma è anche la prima sillaba del nome di Sergio Bernal, di “Ser” Sergio, nuovo Signore del Flamenco, erede di Antonio Gades e Joaquín Cortés.

Condividi