Nel cuore pulsante di Roma, dove milioni di turisti passano ogni anno per ammirare le vestigia dell’antico impero, vive una colonia invisibile. Silenziosa. E sorprendente. Sotto i Fori Imperiali, tra cunicoli umidi e correnti d’acqua nascoste, si muovono migliaia di granchi di fiume. Veri. Vivi. E, per gli standard della loro specie, anche piuttosto grandi.
Il loro nome scientifico è Potamon fluviatile, e per chi studia la fauna italiana non sono una novità. Ma la loro presenza sotto uno dei siti archeologici più iconici del mondo continua a sorprendere.
Una storia vera che sembra un racconto
Non è una scoperta recente. Biologi e speleologi ne parlano da anni. Ma oggi, grazie a nuovi studi e testimonianze raccolte dall’Università di Tor Vergata e rilanciati dal Messaggero, i granchi dei Fori sono tornati a far parlare di loro.
Le immagini sono chiare: una colonia attiva, numerosa, adattata alla vita nel sottosuolo di Roma, tra i canali ancora attivi che scorrono sotto i resti dei Fori di Traiano e di Cesare. Un ecosistema umido e sotterraneo, che per anni ha garantito a questi animali condizioni stabili. Fino a oggi.
L’allarme degli esperti
A riaccendere l’attenzione non è solo la curiosità. È la preoccupazione. Perché questi granchi – indicatori ecologici preziosi – sono oggi in pericolo.
Il cambiamento climatico, la cementificazione urbana, le vibrazioni continue causate dal traffico e dai lavori di scavo, l’inquinamento delle falde: tutti questi fattori stanno alterando il delicato equilibrio che ha permesso loro di sopravvivere nel cuore della città.
Alcuni studiosi parlano apertamente di rischio di estinzione locale. E questo, in una zona a così alta densità storica e simbolica, dovrebbe far suonare un campanello d’allarme.
Una colonia nascosta sotto la storia
Il fatto che questi granchi vivano nascosti da decenni – forse da secoli – senza che nessuno li notasse davvero, è già di per sé straordinario. Che riescano a farlo sotto il Colosseo e i Fori, ancora di più.
La loro presenza racconta una Roma invisibile, fatta di acqua, fauna e interazioni segrete tra natura e città. Una Roma che esiste sotto i piedi dei visitatori, sotto gli archi dei monumenti, dentro le crepe dell’antichità.
Un frammento di biodiversità urbana che ha resistito in silenzio, ma che ora chiede attenzione.
E adesso?
Gli scienziati chiedono che la colonia venga monitorata, studiata e protetta. Che non venga trattata come una curiosità da titoli sensazionalistici, ma come una risorsa ecologica e scientifica da preservare.
Perché tutelare i granchi dei Fori non significa solo salvare una specie. Significa rimettere al centro dell’attenzione una riflessione più ampia su come l’ambiente viva e resista anche nelle città storiche, anche nei luoghi più impensabili.
E significa – in fondo – accettare che la grandezza di Roma non sta solo nel suo passato, ma anche nella vita sorprendente che continua a muoversi, nascosta, sotto le sue pietre.