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Montecarlo, Alonso regala il podio alla Aston Martin, ma Verstappen trionfa ancora

29.05.2023

Verstappen lamentoso per la monoposto inguidabile, ma salva il suo ennesimo podio con una guida chirurgica. La Ferrari delude nonostante la pioggia.

Quello del Principato è forse il tracciato più iconico e che meglio rappresenta la Formula Uno. A parte il glamour e la passerella di celebrità varie, è qui che abilità e precisione di guida, non disgiunta da temerarietà, vengono esaltate. Molti dei Team di punta avevano espresso propositi battaglieri e le aspettative erano altissime; se a questo si aggiunge l’insoddisfazione di Verstappen, che dopo la prima sessione di prove si lamentava per una monoposto inguidabile, si comprende come tutti fossero preparati ad un weekend scoppiettante e incerto. C’erano attese per una Ferrari sicura protagonista, pur non avendo portato aggiornamenti significativi, per la modificata Mercedes e per l’Aston Martin, aggressiva e performante, grazie a un Alonso sempre più efficace e motivato.

Ma durante lo svolgersi dell’evento, inesorabilmente, le note gerarchie si sono ristabilite e, grazie a una sessione di qualifiche di altissima intensità e imprevedibilità, ancora una volta emergeva la Red Bull di Verstappen. Certo il vantaggio era risicato, ma su un tracciato così corto e con possibilità di sorpasso praticamente nulle, la vittoria sembrava già in tasca. Ci sarebbe voluta la pioggia a rimescolare le carte, e la pioggia è arrivata, ma grazie al perfetto tempismo del Team e alla precisione di guida chirurgica di Verstappen sull’asfalto insidioso, nulla è cambiato. La dimostrazione di superiorità della sua squadra è stata netta: trasformare la monoposto con cui si «rischiava di andare a muro», queste le parole del pilota, un mezzo perfetto su asciutto e bagnato, è conferma di assoluta validità del progetto e capacità di gestione di tutti i suoi uomini. Il Gran Premio dell’attesa, e forse della svolta, è così miseramente diventato quello delle conferme: Red Bull dominatrice e Aston Martin a far da valletta.

A seguire, una inattesa Alpine e la Mercedes che ha messo in pista modifiche importanti e ha forse guadagnato qualcosa sulle rivali; ma ci vorranno conferme su piste più significative. Rimane la Ferrari, il cui percorso nel weekend è stato in controtendenza; competitiva inizialmente, terza in Qualifica, ma poi scivolata in gara, è proprio il caso di dire, in posizioni lontane dal podio. Il bilanciamento della monoposto è parso regredire, costringendo i piloti a vere acrobazie al volante; per di più, su un tracciato non aggressivo per gli pneumatici, in gara, Leclerc è stato costretto a sostituire le sue gomme dure in anticipo rispetto agli altri, perché le posteriori erano “finite” e non più performanti. Terminare ad oltre un minuto dal vincitore non era nelle attese, così come stupisce l’essere intervenuti sull’assetto e aver peggiorato la vettura, finita dietro anche alla sorprendente Alpine.

Ci si chiede se la SF 23 ha potenzialità che non vengono tradotte in risultati, per gestione tecnica e anche sportiva in pista non adeguate, o se ci sono carenze aerodinamiche o meccaniche (sospensioni?) che non la rendono competitiva. Barcellona, pista tra le più complete ed esigenti per pneumatici ed efficienza aerodinamica, dove dovrebbe esordire una nuova sospensione posteriore, potrebbe dare una risposta al quesito e indicare le strade da seguire per il resto della stagione.

Crediti fotografici:

Oracle Red Bull Racing (profilo facebook)

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