29 Maggio 2025
/ 26.05.2025

Pfas: una sentenza storica e una contaminazione in corso

Per la prima volta in Italia, un tribunale ha riconosciuto il legame tra l’esposizione ai Pfas sul posto di lavoro e la morte per tumore di un operaio. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di un disastro ambientale e sanitario che riguarda centinaia di migliaia di persone nel Nord-est

Inquinamento, conoscenza scientifica, diritto. C’è un gioco di vasi comunicanti tra queste tre categorie. L’evoluzione è continua: man mano che la nostra conoscenza si affina scopriamo nuovi problemi legati ad alcune sostanze che immettiamo nell’ambiente e scattano le condanne. Adesso tocca ai Pfas, un gruppo di composti chimici fino a pochi anni fa ignoto ai più. Una distrazione che ci è costata cara.

La vicenda di Pasqualino Zenere, ex operaio della Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, è diventata un caso simbolo in questa battaglia. Zenere ha lavorato per oltre un decennio – tra il 1978 e il 1992 – nel reparto depurazione dello stabilimento, a stretto contatto con i fumi e le polveri che provenivano anche dal reparto di produzione dei Pfas (sostanze per- e polifluoroalchiliche). Nel 2010 gli fu diagnosticato un carcinoma uroteliale, che lo ha portato alla morte quattro anni dopo.

Il Tribunale di Vicenza ha ora stabilito che l’esposizione alle sostanze perfluoroalchiliche ha avuto un ruolo concausale nello sviluppo della malattia. L’Inail è stato condannato a versare una rendita ai familiari. È la prima volta in Italia che un giudice riconosce in sede civile il nesso tra Pfas e patologie gravi contratte sul lavoro. Per gli avvocati della famiglia Zenere, questa decisione apre la strada a un vero “cambio di paradigma” anche per altre vittime.

Cosa sono i Pfas

I Pfas sono un vasto gruppo di composti chimici di sintesi, sviluppati a partire dagli anni ’40 e usati in una miriade di prodotti: dai tessuti impermeabili alle padelle antiaderenti, dai cosmetici ai rivestimenti per alimenti. La loro caratteristica principale è la resistenza a calore, acqua e grassi.

Ma proprio questa estrema stabilità li rende pericolosi. Non si degradano nell’ambiente, si accumulano negli organismi viventi e – in molti casi – sono stati associati a gravi rischi per la salute: tumori, disturbi alla tiroide, infertilità, problemi per il sistema immunitario e danni allo sviluppo nei bambini. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), nel dicembre 2023, ha classificato il Pfoa – uno dei Pfas più studiati – come “cancerogeno per l’uomo”.

Il caso Veneto

La Miteni di Trissino è stata per anni un centro di produzione di Pfas. L’azienda, passata dalla proprietà giapponese a quella tedesca, è oggi fallita. Ma l’eredità lasciata sul territorio è pesante: secondo Arpav e Istituto Superiore di Sanità, circa 350.000 persone nelle province di Vicenza, Verona e Padova sono state esposte per anni all’inquinamento da Pfas attraverso l’acqua potabile.

Le falde acquifere risultano contaminate fino a decine di chilometri dal sito industriale. In molti Comuni si è dovuto intervenire con filtri speciali o rifornimenti alternativi. Nel frattempo, sono in corso screening sanitari che coinvolgono migliaia di residenti, in particolare giovani e donne in gravidanza.

Le azioni giudiziarie

La sentenza su Zenere potrebbe avere un impatto diretto anche sul processo penale in corso a Vicenza, che vede imputati 15 ex dirigenti e tecnici della Miteni, accusati a vario titolo di disastro ambientale e avvelenamento delle acque. L’inchiesta ha ricostruito decenni di scarichi abusivi e omissioni nella gestione dei rifiuti industriali.

Nel frattempo, la stessa Inail ha ricevuto altre 18 richieste di riconoscimento per patologie professionali legate all’esposizione ai Pfas nella stessa azienda.

Il caso Veneto è comunque solo la punta dell’iceberg. La contaminazione da Pfas è un problema globale, e in Italia esistono altre zone a rischio, come l’area industriale di Spinetta Marengo in Piemonte o la zona della Solvay di Rosignano. Nel 2023, l’Unione Europea ha inserito 10.000 tipi di Pfas in una proposta di messa al bando graduale, ma la strada è ancora lunga. Intanto, l’Italia ha adottato limiti nazionali più restrittivi, ma non ovunque vengono rispettati.

La sentenza su Zenere segna ora un punto fermo: le responsabilità si possono accertare, i danni sono riconoscibili anche in tribunale. È il primo passo.

CONDIVIDI
adriano-pucciarelli-bdAAGmNydtg-unsplash

Continua a leggere