19 Giugno 2025
/ 18.06.2025

Vivere vicino a mari inquinati aumenta il rischio di malattie cardiache e diabete

Un nuovo studio collega l’inquinamento da microplastiche nelle acque oceaniche statunitensi a un maggiore rischio di patologie croniche nelle popolazioni costiere

Vivere lungo le coste statunitensi affacciate su acque fortemente contaminate da microplastiche potrebbe esporre a un rischio significativamente maggiore di sviluppare diabete di tipo 2, coronaropatie e ictus. È quanto emerge da uno studio pubblicato oggi sul Journal of the American Heart Association, che per la prima volta stabilisce un collegamento su larga scala tra la presenza di microplastiche ambientali e malattie cardiometaboliche.

Plastica e patologie: un legame crescente

Secondo la ricerca guidata dal dottor Sarju Ganatra, direttore medico per la sostenibilità presso il Lahey Hospital & Medical Center in Massachusetts, i dati indicano che gli abitanti di contee costiere americane vicine a oceani con altissimi livelli di microplastiche registrano una prevalenza di diabete di tipo 2 superiore del 18%, una prevalenza del 7% più alta di coronaropatia e un rischio di ictus maggiore del 9% rispetto a chi vive in aree meno inquinate.

“Questo studio rappresenta un campanello d’allarme”, ha commentato Ganatra. “L’inquinamento da plastica non è solo una minaccia per l’ambiente marino, ma anche per la salute pubblica”.

Le microplastiche: dove si trovano e perché preoccupano

Le microplastiche (particelle inferiori ai 5 millimetri) e le nanoplastiche (ancora più piccole, inferiori a un millesimo di millimetro) derivano dalla degradazione di rifiuti plastici come bottiglie, tessuti sintetici e cosmetici. Queste particelle sono ormai ubiquitarie: si trovano nell’acqua potabile, nell’aria, nei frutti di mare e nei sedimenti costieri.

Nelle aree litoranee, un processo naturale noto come intrusione di acqua marina favorisce l’infiltrazione di contaminanti, microplastiche incluse, nelle falde acquifere sotterranee, potenzialmente influenzando l’acqua potabile locale.

Le contee costiere lungo il Golfo del Messico e la costa atlantica hanno mostrato una prevalenza più elevata di malattie rispetto a quelle lungo la costa del Pacifico. Si tratta di aree notoriamente esposte a un maggiore accumulo di plastica oceanica, trasportata da correnti marine e attività antropiche.

Come è stato condotto lo studio

L’associazione tra alta concentrazione di microplastiche e incremento delle patologie è risultata statisticamente significativa anche dopo aver tenuto conto di numerosi fattori: età, genere, accesso all’assistenza medica, status socioeconomico, inquinamento atmosferico e altri indicatori ambientali.

Gli scienziati hanno analizzato i livelli medi di microplastiche nelle acque oceaniche entro 200 miglia nautiche dalla costa, classificando l’inquinamento in quattro categorie: da basso (0-0,005 pezzi/m³) a molto elevato (oltre 10 pezzi/m³). Hanno poi incrociato questi dati con la prevalenza di tre gravi condizioni cardiometaboliche nelle contee costiere.

I limiti dello studio e le prospettive future

Come specificano gli autori, lo studio non dimostra una relazione causa-effetto, poiché i dati sono stati raccolti a livello di contea e non di singoli individui. Inoltre, non sono stati misurati i livelli effettivi di microplastiche nei residenti, né è ancora chiaro in che modo queste particelle influenzino i sistemi biologici.

“Le microplastiche sono pervasive e persistenti. I loro effetti a lungo termine sull’organismo umano sono ancora poco noti, ma la loro presenza nei tessuti corporei è ormai documentata”, ha aggiunto Ganatra. “Serve una maggiore trasparenza sui contenuti plastici nei prodotti e nuove politiche per limitarne la diffusione nell’ambiente”.

Anche Justin Zachariah, cardiologo pediatrico del Texas Children’s Hospital, ha sottolineato la necessità di ulteriori studi: “I dati sono preoccupanti. Occorrono ricerche cliniche individuali e misure di prevenzione, perché queste plastiche potrebbero accumularsi nell’organismo e generare danni nel tempo”.

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