17 Luglio 2025
/ 16.07.2025

Trump guarda le nuvole, New York affoga

New York va sott’acqua, il Texas conta i morti per l’alluvione. E mentre i disastri climatici si moltiplicano, Donald Trump parla di scie chimiche, la madre di tutte le bufale

Mentre a New York la metropolitana si trasforma in un fiume e il Texas conta i morti da alluvione, Donald Trump parla di scie chimiche. Non è una battuta. È successo veramente. I disastri climatici stanno facendo salire il conto delle vittime negli States, ma The Donald espelle il clima dai siti federali, stronca i bilanci delle agenzie che si occupano di sicurezza ambientale, caccia gli scienziati che non si allineano. E mette al centro della sua attenzione le teorie cospirazionistiche. Il Paese che ha guidato in molti campi la ricerca scientifica per decenni sposa l’antiscienza.

La città simbolo dell’America affonda sotto una pioggia che batte record storici, il Texas piange oltre 120 morti per eventi climatici estremi, e l’ex presidente si tuffa nella sua campagna elettorale non stop senza un piano per il clima, ma con una teoria del complotto dando spazio a una tesi singolare, quella di chi ritiene che le scie di condensazione degli aerei che, a seconda delle varianti, servirebbero a modificare il clima o a produrre avvelenamenti di massa.

Sott’acqua a New York, sottoterra col dibattito

La pioggia che lunedì sera ha colpito New York e il New Jersey ha rovesciato oltre cinque centimetri d’acqua su Central Park in un’ora. Secondo i dati ufficiali, è la seconda precipitazione più abbondante mai registrata nella storia della città. Due persone sono morte a Plainfield, travolte dall’alluvione mentre erano in auto. Le immagini sono chiare: le scale della metropolitana diventano rapide impetuose, il sistema fognario implode sotto la pressione di un’acqua che non trova più vie di sfogo.

“È come se New York si fosse spostata 800 chilometri più a sud”, ha spiegato Rohit Aggarwala, capo delle politiche climatiche della città: New York va ormai classificata come zona subtropicale. Il clima è cambiato, le infrastrutture no. E ci vogliono almeno 30 miliardi di dollari per metterle in sicurezza.

Il Texas che affonda e l’amnesia climatica di Washington

Ma per muoversi in modo efficiente servono analisi precise e dati. Proprio quello che negli Stati Unti di Trump sta diventando raro. La Casa Bianca ha ordinato la rimozione di ogni riferimento al “riscaldamento globale” dai siti federali e ha licenziato migliaia di esperti ambientali. Al loro posto, ha fatto inserire sul sito dell’Epa (l’Agenzia di protezione ambientale) due nuove sezioni: una sulle scie chimiche, l’altra sulla geoingegneria. In apparenza, le nuove pagine smentiscono il complottismo, ma l’effetto pratico è l’opposto: dare dignità istituzionale a un’idea infondata, spostando il dibattito pubblico dal reale all’immaginario. E Robert F. Kennedy Jr., segretario alla Salute, si è spinto oltre, definendo le scie chimiche un “diabolico avvelenamento di massa” e promettendo battaglia. 

Il complotto come strategia di governo

Secondo Timothy Tangherlini, professore alla Berkeley School of Information e studioso delle teorie del complotto, l’approccio dell’amministrazione Trump è tutt’altro che ingenuo. “Siamo davanti a una strategia intrigante, in un’amministrazione che, a seconda dell’agenzia, sta attivamente diffondendo teorie del complotto o quantomeno pensieri cospirazionisti”, ha dichiarato al Guardian.

Il punto non è solo che l’idea cospirazionista delle scie chimiche è una bufala. Il punto è che il tempo, i soldi, l’attenzione pubblica dedicati a parlarne sottraggono risorse vitali alla prevenzione dei disastri reali. Ogni minuto passato a smentire fake news è un minuto in meno per pianificare l’adattamento climatico, mettere in sicurezza le città, tutelare le vite umane.

Le immagini di New York e del Texas non sono più casi eccezionali, sono l’anteprima di un futuro che si fa spazio. Soprattutto se chi guida gli Stati Uniti preferisce rincorrere le ombre invece di affrontare la realtà. La vera emergenza è politica.

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