19 Luglio 2025
/ 18.07.2025

Economia circolare: Bruxelles alza l’asticella

La Commissione Europea punta su nuovi indicatori per attrarre investimenti, sistemi di misurazione per dare solidità al green business

L’economia circolare è una leva industriale, una strategia di resilienza e un’opportunità per attrarre investimenti. Ma per funzionare serve un sistema di monitoraggio credibile e condiviso. È questa la premessa del nuovo report della Commissione europea, che propone un set aggiornato di indicatori per misurare i progressi nella transizione circolare in 11 settori chiave.

Dal dire al fare: 60 indicatori

Il rapporto nasce da un’analisi approfondita di oltre 700 indicatori raccolti da istituzioni, aziende e accademia. Ne sono stati selezionati 60, testati in casi studio che spaziano dall’auto elettrica alla bioeconomia, dai sistemi di packaging alle abitudini domestiche. L’obiettivo: individuare strumenti utili a orientare investimenti pubblici e privati, disegnare politiche fiscali mirate, e valutare l’efficacia di incentivi e regolazioni.

Un vantaggio competitivo per le imprese che innovano

Uno dei punti chiave è la possibilità di misurare il valore economico della circolarità. Tra gli indicatori testati figurano il numero di posti di lavoro generati nei settori bio-based, il risparmio derivante dalla simbiosi industriale, la quota di elettronica acquistata tramite modelli di leasing. Dati che non solo segnalano una transizione in atto, ma rendono visibile il vantaggio competitivo di chi punta sull’innovazione circolare.

Non mancano però gli ostacoli. Il report sottolinea la scarsa disponibilità di dati, soprattutto nei comparti dove mancano standard comuni o dove gli operatori sono restii a condividere informazioni per motivi strategici. La Commissione suggerisce soluzioni pragmatiche: incentivi alla trasparenza, armonizzazione dei metodi, strumenti digitali per semplificare la raccolta dati.

La finanza verde ha bisogno di numeri solidi

Se c’è un messaggio che il rapporto lancia con forza è che senza numeri solidi non c’è finanza verde. Gli investitori chiedono indicatori affidabili, comparabili, capaci di misurare davvero gli impatti. L’Europa, con questo lavoro, si candida a fornire un riferimento internazionale. Non solo per misurare, ma per guidare il cambiamento. E trasformare l’economia circolare in un asse portante della nuova competitività europea.

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