25.06.2023
L’algoritmo che caccia i segnali intelligenti nel centro della Via Lattea
Missione Blipss individua una zona della Via Lattea dove concentrare un software capace di analizzare oltre 1,5 milioni di segnali periodici in poco più di mezz’ora. È «il primo tentativo completo di condurre una ricerca approfondita di questo tipo di segnali».
Stavolta l’algoritmo non servirà a rendere più performanti i social perché la sua prospettiva sarà molto più ampia, Talmente più ampia che abbraccerà la nostra galassia. Si tratta di una nuova impresa scientifica nata da una collaborazione tra alcuni ricercatori della Cornell University, del Seti (Search for extra terrestrial intelligence) e quelli del progetto Breakthrough Listen.
La missione Blipss, questo è il nome della ricerca, acronimo di Breakthrough Listen Investigation for Periodic Spectral Signals, ha già individuato una zona della Via Lattea dove concentrare un software di ultima generazione che permetterà di analizzare oltre 1,5 milioni di segnali periodici in poco più di mezz’ora.
La novità sta proprio in questo particolare range di studio in quanto, fino ad ora, le “orecchie” del Seti si erano soffermate su segnali di diversa natura. «Questo studio – spiega Vishal Gajjar, astronomo in forza al Seti – è in assoluto il primo tentativo completo di condurre una ricerca approfondita di questo tipo di segnali».
Ma dove si è concentrata la missione degli scienziati? Ad attirare la curiosità degli astronomi è una porzione del centro galattico, un luogo dove si concentrano maggiormente stelle ed esopianeti che potenzialmente, sottolineiamo il “potenzialmente”, potrebbero ospitare la vita. A cercare l’ago nel pagliaio, tra i miliardi di segnali provenienti da quel luogo remoto della Via Lattea, collabora il Green Bank Telescope: un vero e proprio “mostro” con una parabola di ben 100 metri di diametro dislocato negli Stati Uniti, in West Virginia.
Intanto, sempre in tema di trasmissioni extraterrestri, prosegue la decifrazione di un altro segnale, quello lanciato da Marte alcune settimane fa, dalla sonda della missione Exomars. In questo caso, però, si è trattato di una simulazione in quanto, a far partire il messaggio, siamo stati noi terrestri. Lo scopo era quello di coinvolgere il pubblico di tutto il mondo nella decifrazione di un segnale proveniente da una civiltà extraterrestre.
«Dalla fine dello scorso mese – commenta l’ideatrice del progetto, Daniela de Paulis – sono oltre 300 le persone che stanno collaborando sulla piattaforma Discord nella decodifica e interpretazione del messaggio. Finora ci sono varie interpretazioni. C’è una direzione che esplora l’idea di una mappa stellare, un’altra direzione che cerca di visualizzare il messaggio in varie dinamiche in 3D, un’altra direzione che esplora l’idea di spettro stellare. Altri concetti esplorano l’idea di un linguaggio criptato».
Ma quante sono le probabilità di esistenza di altre civiltà nella nostra galassia? L’ultima novità arriva da due astronome dell’Università della Florida, Sara Ballard e la dottoranda Sheila Sagear. Grazie ai dati raccolti dal telescopio Kepler della Nasa e al satellite Gaia dell’Agenzia spaziale europea, le due studiose hanno scoperto che intorno alle stelle con diversi pianeti è più probabile che vengano percorse orbite circolari che permettono di rimanere alla giusta distanza per mantenere acqua allo stato liquido. La famosa zona abitabile. Dal lontano 1995, data della scoperta di 51Pegasi b, il primo pianeta extrasolare, il totale degli esopianeti che sono venuti alla luce supera quota 5mila, ma con l’avvento del James Webb Telescope e, soprattutto, del super telescopio Elt, il loro numero è destinato a crescere.
Credito fotografico:
Green Bank Telescope,West Virginia; Shutterstock