Sole, relax e nuovi orizzonti: l’estate è sinonimo di viaggi, ma anche di scelte che possono fare la differenza per milioni di animali. È per questo che Humane World for Animals – l’organizzazione per la protezione degli animali già nota come Humane Society International – ha pubblicato una guida pratica per aiutare viaggiatrici e viaggiatori a muoversi senza calpestare i diritti degli altri esseri viventi. Un piccolo manuale etico con otto consigli semplici ma cruciali.
Animali randagi: aiutare sì, ma con testa e cuore
Vedere cani e gatti randagi in difficoltà può spezzare il cuore. In molte destinazioni europee e asiatiche – come Italia, Spagna, Grecia o India – le colonie feline e canine sono una realtà diffusa. Ma improvvisarsi salvatori improvvisati può essere controproducente. Humane World for Animals suggerisce di informarsi prima della partenza sulle associazioni locali, prendere contatto con rifugi affidabili e, se necessario, fornire assistenza su indicazione di chi lavora sul campo: cibo, medicinali o una semplice donazione possono fare molto più di un gesto d’impulso.
Basta con il folklore crudele
Le corride, le feste con i tori e altre “tradizioni” basate sulla sofferenza animale sono ancora diffuse in Spagna, Portogallo, Francia e in alcuni Paesi dell’America Latina. Ma la cultura non dovrebbe mai essere una scusa per la crudeltà. I tori vengono spesso debilitati prima dell’arena e poi torturati fino alla morte, in una messinscena che ha poco da spartire con l’arte. Chi viaggia ha il potere – e la responsabilità – di scegliere cosa sostenere. E voltare le spalle a questo tipo di spettacoli è un primo passo verso un turismo più etico.
Carrozze romantiche? No grazie
Le carrozze trainate da cavalli, in molte città europee e turistiche, sembrano un’attrazione pittoresca. Ma dietro l’iconografia da cartolina si cela spesso una vita di fatica e maltrattamenti: animali costretti a lavorare per ore in mezzo al traffico, sotto il sole, spesso senza cure veterinarie adeguate e con ritmi insostenibili. Molti, arrivati “a fine corsa”, vengono abbandonati o uccisi. Esistono modi più leggeri e meno invasivi per esplorare una città – dalla bici al tram – senza pesare sulla schiena di nessuno.
La trappola dei selfie
Chi non ha mai visto sui social una foto con un leoncino o una scimmietta? Eppure dietro quel sorriso si cela spesso un mondo fatto di catture, sedazioni, mutilazioni e abuso. In Sudafrica, ad esempio, migliaia di cuccioli di leone vengono allevati in cattività per essere “coccolati” dai turisti e poi venduti per essere abbattuti a fucilate. È la cosiddetta “truffa delle coccole”. Humane World for Animals invita a boicottare queste strutture e a scegliere operatori certificati che rispettano davvero la fauna selvatica, come quelli segnalati da Wild Choices. Per una foto memorabile non serve accarezzare un felino: basta vederlo, da lontano, nel suo habitat.
Balene e delfini: guardiamoli solo in natura
Sono intelligenti, sociali, affascinanti. Ma i cetacei non sono clown da vasca. In natura nuotano per decine di chilometri ogni giorno, si immergono a grandi profondità, vivono in famiglie stabili. Niente di tutto ciò è possibile in cattività. Eppure delfinari e spettacoli con mammiferi marini sono ancora attivi in vari Paesi, dall’Europa al Giappone. La buona notizia? Il Messico ha appena vietato queste pratiche. E ogni turista può dare il suo contributo evitando di pagare per assistere a simili esibizioni.
Souvenir da lasciare dove stanno
Carapaci di tartaruga, denti di squalo, avorio, crini e pelli esotiche: la lista dei “souvenir” crudeli è lunga e variegata. Ma ogni acquisto di questo tipo alimenta un mercato illegale e spietato che minaccia la sopravvivenza di intere specie. Esistono alternative: artigianato locale, oggetti cruelty-free, creazioni artistiche. Portarsi a casa un ricordo non deve costare la vita a nessuno.
Mangiare bene, senza crudeltà
Esplorare la cucina locale fa parte del viaggio. Ma si può farlo senza contribuire alla sofferenza animale. Sempre più ristoranti offrono opzioni vegetali gustose, e piattaforme come HappyCow aiutano a trovarli ovunque nel mondo. Inoltre, è bene diffidare dei “piatti tipici” a base di specie protette o trattate con estrema crudeltà: dalla zuppa di pinne di squalo alla carne di balena, passando per cane, gatto o coccodrillo. In Islanda, ad esempio, la carne di balena è consumata quasi esclusivamente dai turisti, convinti (a torto) che si tratti di una tradizione autentica.
Stop agli animali-taxi
Passeggiate su elefanti, cammelli o asini sono ancora promosse in molte mete esotiche e anche in alcune località europee. Ma questi animali, spesso catturati da piccoli, subiscono addestramenti violenti e vengono sfruttati fino allo sfinimento. Anche le attività apparentemente innocue, come il bagno con gli elefanti o le passeggiate guidate, nascondono spesso una realtà fatta di catene, uncini e privazioni. Ci sono modi più leggeri – e umani – per esplorare un luogo: una bici, un tuk tuk, o semplicemente i propri piedi.
Turismo etico: una scelta che inizia prima di fare la valigia
Come sottolinea Sylvie Kremerskothen Gleason, direttrice di Humane World for Animals Germania, “gli animali non sono attrazioni turistiche”. Il cambiamento comincia da una scelta consapevole, che parte prima ancora della partenza. Informarsi, scegliere con criterio, boicottare ciò che alimenta la sofferenza. Un viaggio davvero indimenticabile è quello che lascia un’impronta leggera sul mondo.